Signora Sandokan, la follia di Ida Salgari racconta lo scrittore

di Patrizia Simonetti

Le donne ne sanno sempre più degli uomini, e ne sanno persino più di quanto i loro uomini sappiano di se stessi. Ida Salgari sapeva molto di suo marito, certo molto più di quanto sappiamo noi, e suo marito era Emilio Salgari, scrittore veronese e autore di Sandokan, la sua opera più celebre e nota, oltre che di un’altra ottantina di romanzi e di un centinaio di racconti. Ida Salgari va in scena stasera, domenica 24 settembre, al Teatro Marconi di Roma in Signora Sandokan, a prestarle anima, corpo e voce è Viola Pornaro per “cinquanta minuti d’amore” ci dice lei stessa, attrice e veneta, proprio come Ida. Sul palcoscenico la donna, malata da tempo e internata nel Regio Manicomio poco prima del suicidio del marito avvenuto a colpi di rasoio il 26 aprile del 1911, racconta a suo modo, parlando con un’infermiera invisibile, e gridando e implorando, e minacciando e pregando, pezzi di vita dello scrittore oscuri ai più, segnati dal suo legame con il lavoro e dai rapporti difficili con i suoi editori, dalla sua dipendenza dall’alcol e dalle donne e quindi dalla sua infedeltà nei riguardi di Ida, dalle sue manie e ossessioni, ma anche dai suoi lati più teneri e dolci, tutto con un linguaggio che intreccia l’italiano al padano. Autore di Signora Sandokan il giornalista e scrittore Osvaldo Guerrieri,  una “scrittura luminosa, teatrale, passionale ma anche intima la sua” ci dice ancora Viola Pornaro. La regia è di Francesco Sala, compagno di vita e d’arte dell’attrice.

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