Il Primo Re di Matteo Rovere vince il Sesterzio d’Argento 2019 che per il diciottesimo anno viene assegnato al miglior film della stagione che abbia Roma come set naturale e che ne abbia saputo ben rappresentare e valorizzare le atmosfere: a deciderlo una giuria doc composta da Michele Placido, Riccardo Milani, Silvia D’Amico, Adriano Amidei Migliano, Alessandra Levantesi, tutti presenti alla cerimonia di premiazione che si è svolta giovedì 20 giugno nei giardini del Gran Melià Villa Agrippina condotta da Adriano Amidei Migliano e Livia Azzariti. “Un film che è stato un’avventura – ci racconta un entusiasta Matteo Rovere nella nostra videointervista realizzata a caldo – difficilmente ripetibile sia umanamente, per il gruppo che si è creato con tutti gli attori, che come sforzo personale anche fisico”, poi gli chiediamo del suo imminente debutto su Sky con la sua prima serie intitolata Romulus: “racconta la genesi della leggenda della fondazione di Roma – ci risponde Rovere – è una storia diversa dal film, Il Primo Re è stato un lampo, Romulus allargherà il racconto…” In Romulus vedremo tra gli altri Andrea Arcangeli, Marianna Fontana e Francesco Di Napoli, mentre ne Il Primo Re accanto ad Alessandro Borghi c’è Alessio Lapice, anche lui alla cerimonia del Sesterzio d’Argento a condividere la gioia con il regista e con altri due interpreti del film, Tania Garribba e Ludovico Succio: “ciò che mi ha lasciato Il Primo Re è stato un grande senso di connessione – ci dice Alessio Lapice nella nostra videointervista – quella reale, non quella di internet; il percorso di Romolo in questo film è fortissimo e mentre Remo continua a seguire il suo volere contro quello degli Dei, io (Romolo) seguo invece quello che è il mio destino e ci evolviamo in maniera diversa… connessione, mettere insieme, tutti concetti necessari per costruire qualcosa perché non si tratta solo della nascita di Roma ma del mondo”. Anche Alessio Lapice sarà presto sul piccolo schermo, quello di Rai 1 nella serie TV Le avventure di Imma tratta dai romanzi di Mariolina Venezia sulla PM Imma Tataranni, con Vanessa Scalera, Angela Curri, Massimiliano Gallo.
Il Sesterzio d’Argento 2019, premio offerto dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato realizzato in bassorilievo dagli allievi della Scuola dell’Arte della Medaglia, ha omaggiato anche Liliana Cavani con il premio Romani si diventa dedicato a personalità del mondo dello spettacolo e della cultura non romane che hanno scelto la Capitale come città adottiva: “Roma per me è un mondo, non una città – ci dice la regista modenese nella nostra videointervista – c’è tanta storia, c’è gente vivace, sveglia e tanta intelligenza, più che al nord e non è mica poco avere una città che ha duemila anni”. Anche per Liliana Cavani imminenti impegni futuri: dal palco ha parlato di un altro film che vuole assolutamente fare e del quale le abbiamo chiesto nella nostra videointervista, ma sembra sia un segreto… Il Premio speciale della giuria del Sesterzio d’Argento è andato a Corrado Augias per il suo grande lavoro di giornalista, scrittore e documentarista romano: assente per impegni improrogabili, a ritirare il premio dalle mani del giurato Michele Placido è stata quindi la figlia Natalia Augias.
A rendere musicale la serata, il chitarrista Giandomenico Anellino con un medley di musiche da colonne sonore, e poi in E se domani di Mina cantata da Luna Vincenti (come vedete dal video). Tra i tanti ospiti della cerimonia Flavio Parenti e la moglie Eleonora Albrecht, Francesca Valtorta, Margherita Tiesi, Anna Ferraioli Ravel, Elisabetta Pellini. Ed ecco le nostre videointerviste a Matteo Rovere, Alessio Lapice e Liliana Cavani: