School of Mafia, con Nino Frassica: i mafiosi sono fessi, scemi, stupidi e deficienti (video)

di Patrizia Simonetti

Non sempre i figli seguono le orme dei padri. E in questo caso, meno male…. Tony Masseria, Joe Cavallo e Nick Di Maggio sono infatti tre ragazzi newyorkesi che vantano, si fa per dire, genitori mafiosi, boss un po’ sui generis a dire il vero, come si addice a una commedia leggera e divertente che però punta direttamente il dito, ridacchiando, sulle abitudini e dinamiche di Cosa Nostra e dintorni. Che tanto i mafiosi, si sa “sono dei fessi, degli scemi, degli stupidi, dei deficienti” ripete più volte Nino Frassica che in School of mafia interpreta quello più potente e temuto di tutti: Don Turi ‘u Appicciaturi. School of Mafia, al cinema da giovedì 24 maggio, è il terzo film di Alessandro Pondi dopo Chi m’ha visto e Tutta un’altra vita.

Tornando dunque ai ragazzi: Tony (Michele Ragno) è un ragazzo delicato, forse gay, non lo sa ancora neanche lui, probabilmente fluido, ama il rosa e la danza e insegna in una scuola di ballo. Ma ti pare che un capomafia come Vito Masseria (Paolo Calabresi) può esserne orgoglioso? Soprattutto ora che il ragazzo è quasi un uomo ed è a lui che andrebbe l’ambita carica. Lo stesso vale per Joe (Guglielmo Poggi): lui sta addirittura  per diventare poliziotto e il suo sogno è arrestare tutti quelli come suo padre Donato (Emilio Solfrizzi). Per non parlare di Nick (Giuseppe Maggio) che si esibisce sui palchi dei talent show da vera rockstar con tatuaggi, chitarra e tutto il resto, cosa che non va proprio a genio a suo padre Primo (Fabrizio Ferracane). Così i tre premurosi papà si riuniscono e decidono di spedirli in Sicilia (anche se il film è stato girato in Puglia) dal già citato Don Turi ‘u Appicciaturi, di cui ci godiamo anche un breve spin off, che gli impartirà lezioni di mafia. Ad aiutarlo, il suo cinico figlio Salvo, un esilarante Maurizio Lombardi; ad osservarlo la perfida moglie Carmela, un’inedita Paola Minaccioni con tanto di parruccone e perfetto slang palermitano. 

School of Mafia trova espedienti davvero divertenti per alleggerire quelle che in realtà sarebbero delle vere e proprie torture ai danni dei tre poveri studenti, sfruttando in modo intelligente e ridicolizzando più di uno stereotipo. Del resto, la leggerezza e l’ironia sono spesso le armi migliori per remare contro, e in questo caso contro la mafia in genere ma soprattutto contro quelle famiglie che nella realtà impediscono ai figli, che non ne condividono, diciamo, lo stile di vita, di allontanarsi e farsene una propria. Plauso dunque sia alle intenzioni che al risultato di una commedia che, come dichiarato dallo stesso regista, si avvale di spunti presi qua e là da maestri come Pietro Germi e Mario Monicelli, con un occhio agli spaghetti western di Sergio Leone. E anche al cast, in particolare al giovane Michele Ragno, davvero bravissimo, e bravi anche Guglielmo Poggi e Giuseppe Maggio, quest’ultimo nel consueto ruolo del belloccio che infatti, tra una tortura e l’altra, trova pure il tempo di mettere su famiglia. Dunque, i nostri tre strampalati eroi crescono e si evolvono, in che direzione però è tutto da scoprire. E non manca il colpo di scena finale. Completano il cast Gianfranco Gallo, Giulia Petrungaro, Giulio Corso, Mario Pupella, Monica Vallerini e l’immancabile Tony Sperandeo in un cameo a dir poco essenziale.

“School of mafia è una storia di padri & figli, è una storia di libertà – dice Alessandro Pondiun romanzo di formazione che gioca in modo ironico e disincantato con gli stilemi dei Mafia Movies, con una comicità politicamente scorretta che, come Terapia e pallottole e I Soprano, ha come obbiettivo i classici del genere. Ma soprattutto è una storia di gioventù e ribellione, in quell’età della vita in cui ti sembra che tutto ciò che ha fatto chi ti ha preceduto sia sbagliato. A cominciare da tuo padre, soprattutto se è un boss mafioso. L’idea di contrapporre due scenari così distanti come New York, con la sua modernità e i suoi ritmi vertiginosi, alla Sicilia, una terra profumata di fichi d’India, zagare, buganvillee, un luogo in cui valgono ancora onore e rispetto, antichi rituali e tradizioni, mi ha dato inoltre la spinta per raccontare in modo assolutamente divertito una commedia rocambolesca e di puro intrattenimento, immersa in scenari alla Leone e ricca di personaggi strampalati ma mai grotteschi o parodistici, dove il messaggio è chiaro: ci sono mille modi per contrastare la mafia, anche con una risata al cinema”. Ecco il nostro videoincontro (in presenza) con Nino Frassica, Emilio Solfrizzi, Paola Minaccioni, Giuseppe Maggio, Michele Ragno, Fabrizio Ferracane, Maurizio Lombardi, Gianfranco Gallo, Alessandro Pondi, Giulia Petrungaro, Paola Lavini, Monica Vallerini: