Save me! di Howtan Re fino al 14 febbraio a Roma

di Patrizia Simonetti

Appena varchi la soglia del piccolo ma accogliente locale nel centro di Roma, sei letteralmente sorpreso da una sensazione poco tangibile e quasi indescrivibile di serenità e pace. E anche di una certa allegria che un po’ stupisce chi la prova visto il soggetto-oggetto dell’esposizione. Ed è forse proprio questo l’obiettivo di Save Me! la mostra allestita a Roma presso l’Howtan Space. Esposte fino al 14 febbraio su una grande parete con effetto schermo 14 teste di Cristo – come le 14 stazioni della Via Crucis – scolpite da Howtan Re, per il quale Gesù è Il Profeta, in tanti differenti colori sgargianti, azzurro, arancio, rosa, e poi anche in nero e in bianco. Di fronte, poco più avanti, una grande scritta al neon a rappresentare una richiesta d’aiuto inversa, che arriva da Cristo all’uomo affinché salvi il suo messaggio. Emerge a pieno dall’atmosfera dell’esposizione il carattere spirituale e etico che l’artista iraniano, italiano d’adozione, ha voluto dare alla sua personale, un senso di pace e pacificazione in un mondo e in un’era di conflitti e divisioni, riportando al centro di tutto l’uomo e l’umanità. Le teste sembrano al primo sguardo uguali, ma non lo sono affatto, anche se condividono un’androginia che simboleggia la perfezione, e una corona di spine a testimoniare il sacrificio compiuto contro ingiustizia e discriminazione: “non ci sono barriere sociali, economiche, di genere che l’arte non possa superare” dice Howtan Re.

Foto di Angelo Costanzo