La fotografia incorniciata di un bambino, davanti tante piccole candele accese; pagine e ritagli di giornali che scrivono di eserciti di bimbi scomparsi, uno ogni due giorni in Italia nel 2017, 9.400 nel 2018 la metà dei quali mai ritrovata; centomila ogni anno nel mondo; e di sette sataniche dove, duranti i riti, i piccoli vengono abusati anche dai familiari. Davanti a un computer e al suo blog c’è una donna: si chiama Mara e suo figlio è sparito nel nulla da un anno. Nella sua vita precedente faceva la fotografa, ora sembra farneticare, non risponde più al telefono, non apre la porta neanche alla sorellastra e alla vicina di casa, accusa il patrigno, si fida solo della psicologa che riceve regolarmente nel suo appartamento divenuto un rifugio impenetrabile. Quanto di quell’orrore è frutto della sua mente accecata dal dolore e quanto invece c’è di vero, seppure assurdo?
Uno squarcio inquietante su una delle realtà più crude e vergognose del mondo e della nostra società – basti pensare alla vicenda di Denise Pipitone, la bimba scomparsa diciassette anni fa, tornata in questi giorni alla ribalta – è quello aperto da Sacrificio disumano, mini film diretto da Pierfrancesco Campanella e interpretato da un’intensa Maria Grazia Cucinotta, attivamente impegnata nel sociale e dal 2019 founder della Onlus Vite senza paura che lotta contro bullismo, emarginazione, violenza sulle donne. L’attrice messinese interpreta Mara, una madre che vuole soltanto la verità sulla fine di suo figlio e la cerca sul web, confidando nella complicità e nella protezione dei suoi lettori.
Nel cast di Sacrificio disumano anche Nicholas Gallo che interpreta Silvano, il compagno di Mara; Chiara Campanella che è la sua sorellastra Matilde; Franco Oppini che dà vita a Fabrizio, il suo patrigno; Maria Rita Hottò che è l’anziana e insistente vicina di casa, Filomena; Federica Candelise, la zelante poliziotta; e Francesca Nunzi nel ruolo della psicologa. Le musiche decisamente rock sono del giovane cantautore Alfred Bestia.
Non c’è happy ending in Sacrificio disumano, perché non c’è quasi mai in questi casi nella vita vera dove, anzi, spesso al dramma si aggiunge dramma, alla tragedia altra tragedia. Il faro che punta il film è dunque sulla realtà che include anche connivenze insospettabili di persone i cui ruoli sarebbero invece quelli di difensori dei bambini, esseri fragili e indifesi con i quali hanno spesso un rapporto di fiducia e di vicinanza come i parenti, reali o acquisiti; cui si si aggiungono, dall’altra parte, “politici, militari industriali” e pure investigatori; perché, come la psicologa dice a Mara “spesso le indagini vengono affidate a persone conniventi“. Sacrificio disumano è in concorso al Festival Tulipani di seta nera al via il 3 giugno ed è quindi visivile QUI.