Romulus: la nascita di Roma secondo Matteo Rovere (video)

di Patrizia Simonetti

Ed ecco come nacque Roma, almeno secondo Matteo Rovere. Presentata in anteprima come evento speciale alla Festa del Cinema di Roma 2020, arriva su Sky e in streaming su Now TV Romulus, prima serie televisiva creata, diretta e prodotta dal regista de Il Primo Re che ci riporta di nuovo ai tempi primitivi e brutali dove tutto, ogni decisione e ogni destino, era segnato dalla natura e dal volere degli Dei, o da chi dichiarava di interpretarlo. Non esiste, ovviamente, una testimonianza univoca della fondazione della città eterna, e Rovere modifica a suo modo storie e leggende note, come l’uccisione di Remo (per tutti ammazzato da Romolo), e come la brutta fine della loro madre Rea Silvia, qui riservata ad una giovane vestale, rendendo innocenti i colpevoli, cambiando qualche tempo.

In Romulus c’è una ricostruzione fedelissima fatta con gli archeologi rispetto agli elementi plastici, quindi armi, capanne, costumi, città e un’altra invece molto fantasiosa e libera rispetto al rapporto con il mito che di fatto è una favola – spiega Matteo Rovereè dunque un racconto coerente con quello che potrebbe essere stato il mondo dell’ottavo secolo avanti Cristo che poi ha dato origine alla legenda, un racconto, proprio grazie alla serialità, più dal punto di vista dello spettatore”. Poi sulla differenza con Il Primo Re aggiunge: “lì ho raccontato la leggenda di Romolo e Remo come fosse vera, il nucleo tematico è molto più stretto essendo un film, in Romulus ci siamo al contrario immaginati la genesi di questa leggenda, visto che a livello storico non si ha nessuna informazione condivisa sulla natura dell’ottavo secolo avanti Cristo; esistono tante scuole di pensiero, ma la domanda è: ‘Romolo è esistito davvero o no?’. Abbiamo voluto esplorare il racconto, e realizzare una serie sul potere, sulla nascita della politica e delle relazioni sociali nella prima città dell’occidente contemporanea, e questa è stata la grande sfida”.

Nonostante la cronologia, l’idea dunque di una serie televisiva sulla leggenda di Romolo e Remo è antecedente alla realizzazione de Il Primo Re: “nasce prima perché approcciandomi alla materia legata al mito fondativo di Roma, la sensazione era quella di una grande occasione – racconta il regista – quella di poter realizzare uno show accattivante per lo spettatore, pieno d’azione, di sconvolgimenti emotivi e di avventure umane che avessero la dimensione della serialità, uno spettacolo nuovo che fondasse le sue radici su qualcosa di molto noto ma raccontato per la prima volta e quindi reinterpretato”.

E dispetto dell’antichità del racconto, e di quel protolatino che già Matteo Rovere aveva voluto ne Il Primo Re (ma tranquilli, la serie ha anche una versione doppiata in italiano), i veri protagonisti sono tutti giovani, a cominciare da Marianna Fontana (Indivisibili, Capri Revolution) che interpreta Ilia: “un personaggio femminile molto forte in un mondo brutale – racconta  –  una vestale rinchiusa nel tempio dall’età di sei anni con il ruolo di sorvegliare il fuoco, ma che nutre un amore segreto; ha tante sfumature, una fragilità, una grande forza interiore, mi ha colpito subito e interpretarla è stata una grande sfida, un’esperienza davvero totalizzante, ma con il protolatino mi sono divertita”.

Ecco, su quest’ultimo punto non è proprio d’accordo Andrea Arcangeli (Trust, The Startup, Dei) cui Rovere ha affidato il ruolo di Yemos (Romolo): “io non l’ho trovato molto divertente il protolatino – confessa – Romulus è sicuramente è una cosa completamente diversa da tutto ciò che ho fatto fino adesso, ma che chiunque abbia mai fatto finora in Italia, e il protolatino le dà qulla valenza in più che però va a complicare la vita di un attore, bisognava trovare una naturalezza nell’usarlo attraverso una chiave personale”.

Francesco Di Napoli (La paranza dei bambini) interpreta Wiros: “per me è stato un tuffo nel passato con i villaggi e i  costumi che  mi hanno aiutato a immedesimarmi – racconta –  e ho provato un avvicinamento al personaggio che all’inizio parte come schiavo, insicuro di sé, e piano piano troverà il suo coraggio, e così è stato per me su questo set, anche se  emozionare il pubblico in una lingua così è stato davvero complicato anche per me”.

Alla regia dei 10 episodi di Romulus, coprodotti da Sky, Cattleya e Groenlandia, anche Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale. Nel cast anche Giovanni Buselli (Gomorra – La serie, L’amica geniale), Silvia Calderoni (Riccardo va all’inferno), Sergio Romano (Il campione, La terza  stella),  Demetra Avincola (Fortunata, Loro 2), Massimiliano Rossi (Il Primo Re, Il vizio della speranza), Ivana Lotito (Gomorra – La serie), Gabriel  Montesi (Favolacce, Made in Italy, Il Primo Re), Vanessa  Scalera  (Lea, Imma Tataranni Sostituto procuratore), Yorgo Voyagis (Distretto di Polizia, Il tredicesimo apostolo). Sigla d’eccezione cantata da Elisa: ogni episodio sarà aperto da una sua personalissima versione di Shout dei Tears for Fears, mentre la colonna sonora è dei Mokadelic. Ecco la videosintesi della conferenza stampa di Matteo Rovere, Marianna Fontana, Andrea Arcangeli e Francesco di Napoli alla Festa del Cinema 2020: