Roma Pride 2023: una festa per tutti e per la città

di Patrizia Simonetti

Una festa. Per tutti: grandi, piccoli, nonni, diversamente abili. Per i diritti. E per la città di Roma. Questo quanto emerso dalla presentazione alla stampa, questa mattina in Campidoglio, del Roma Pride 2023, aperta dal presidente del circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride Mario Colamarino, che ha ribadito la forza del movimento anche di fronte agli ultimi eventi e attacchi ai diritti della comunità LGBTQIAK+ ed è per questo che il titolo del Pride di quest’anno è QueeResistenza. “Uno slogan importante in un periodo storico di resistenza verso questa politica che ci attacca. Ma nessuno potrà fermarci – ha sottolineato – neanche il governo potrà metter fine alla nostra lotta per i diritti di tutti”.

Colamarino ha poi annunciato la grande parata del 10 giugno per le vie di Roma, da Piazza della Repubblica a Via dei Fori Imperiali passando per l’Esquilino, Via Labicana e Colosseo, annunciando anche la partnership con il Disabilty Pride Network per rendere tutti gli aventi legati al Prime accessibili e fruibili da tutti. Tra i carri presenti: Coordinamento Roma Pride, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Leather Club/Kinky Girls, Famiglie Arcobaleno, Arcigay Roma, Associazione Nazionale per le Sessualità e le Identità Consapevoli (ANSIC), Invertiti, le ambasciate di Canada, Germania, Olanda, Muccassassina, Latte Fresco, Splash, The Walt Disney Company Italia, W Rome, Cosmopolitan, P&G, Ben & Jerry’s, American Express e tanti altri.

E la sera, la grande a Capannelle organizzata da Muccassassina con Paola e Chiara, madrine del Roma Pride 2023 con la loro Furore inno della manifestazione, già dichiaratesi “orgogliose e onorate” di poter dare il loro contributo “ad una grande causa”. Al via intanto venerdì 2 giugno la settima edizione della Pride Croisette per la prima volta a Caracalla, annunciata da Diego Longobardi, direttore artistico del Pride che ha snocciolatto tutte le iniziative e le novità di questa edizione. Hollywood Edition il tema, con la trasformazione della walk of fame in walk of pride con tanti nomi importanti di chi ha fatto cose importanti per la comunità  LGBTQIAK+ da Mario Mieli a David Bowie. L’inaugurazione è affidata a Luisella Costamangna, tanto e vario l’intrattenimento serale tra teatro, live show, stand up comedy, cinem e  disco, preceduto da aperitivo musicale con presentazione di libri, dibattiti politici e culturali, arte.

Roma Pride è una grande festa – ha detto nel suo intervento poi l’assessore alle attività produttive e pari opportunità Monica Lucarellie un percorso molto atteso. Essere in strada l’anno scorso è stata una grandissima emozione, è una festa delle famiglie e della città, un segnale di cambiamento, un guardare al futuro nel rispetto dei diritti di tutti”. “Il Pride è un evento straordinario di visibilità – ha detto  Marilema Grassadonia, Coordinatrice Ufficio Diritti LGBT+ di Roma Capitale – stiamo lavorando per superare un milione di presenze“.

“Roma Pride è un grande evento anche culturale – ha ribadito l’Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Alessandro Onoratomilioni di persone manifestano per i diritti.  Quando si riesce anche a rendere la città più accogliente e più alla portata di queste tematiche, si rende anche la città una meta turistica più appetibile anche culturalmente“.

Appassionato l’intervento di Alessia Crocini, presidente Famiglie Arcobaleno: “Credo che questo Pride alzi la voce forte, invito le famiglie, i genitori, i ragazzi: venite al Pride, portate nonni, nipoti, cuginetti, perché è una grandissima festa per tutti, ed è friendly per bambini e bambine. Nonosante la disinformazione del giorno dopo di alcuni giornali. Oggi attaccano le famiglie omogenitoriali, ma domani potrebbero attaccare qualcun altro“. Rappresentata anche la Comunità Transgender italiana con Syd Vladikas di GenderX, che ha ricordato come tanti i ragazzi transgender lascino la scuuola per bullismo e per ambiente osptile, così come accade nel mondo del lavoro, chiedendo nuove leggi che tutelino la minoranza transgender e portino soprattutto alla sua spatologizzazione: “noi transgender non siamo malati di mente…” ha concluso.