Robin Hood L’origine della leggenda, un supereroe moderno del Medio Evo

di Patrizia Simonetti

Robin Hood come Batman, Superman o Arrow… Un supereroe, insomma. Lo racconta così Robin Hood L’origine della leggenda, dandogli le sembianze di Taron Egerton, giovane attore britannico già visto in Kingsman e in Eddie the Eagle Il coraggio della follia di Dexter Fletcher che l’ha rivoluto per il ruolo di Elton John in Rocketman che vedremo l’anno prossimo, nonché voce del gorilla di Sing. Il suo Robin Hood, o meglio quello del regista tedesco Otto Buthurst e del produttore che è niente meno che Leonardo Di Caprio, nelle nostre sale giovedì 22 novembre, è velocissimo con le frecce e grazie al suo ex nemico e poi mentore dal nome impronunciabile che però significa semplicemente John, con la faccia e tutto il resto di Jamie Foxx, lo diventerà ancora di più, lanciandone a raffica manco avesse un mitra tra le mani piuttosto che un semplice arco medievale. In più si lancia, salta, corre e svolazza meglio di Spiderman, picchia duro come Hulk ed è ancora più indistruttibile di Iron Man. Tempi moderni, anche per lui. Nel cast spiccano anche Eve Hewson che fa Marian, e Jamie Dornan che interpreta il rimpiazzo di Robin nel cuore della coraggiosa e indomita ragazza dai grandi occhi chiari che, qui niente affatto nobile, lotta per la giustizia e si batte per i più poveri. Proprio come Robin Hood, anime gemelle insomma. Solo che lei a un certo punto lo crede morto e guarda caso là vicino c’è niente meno che Mister Grey di Cinquanta sfumature di grigio, come non cedere alla consolazione? Ma andiamo con ordine.

In Robin Hood L’origine della leggenda Robin di Loxley torna a casa, nella sua Nottingham, dalle Crociate che a quei tempi andavano un sacco, molto simili peraltro alle guerre contro il terrorismo di oggi in cui spesso si mente spudoratamente sul motivo del conflitto, per le quali era partito convinto per rendersi però presto conto che c’era qualcosa che non andava, tipo violenza gratuita contro i “selvaggi”, e trova una città in preda alla corruzione. Tutto molto moderno e attuale, si diceva. Anche le battaglie per le strade e in piazza, due fronti che si attaccano e si respingono a lanci di pietre ed oggetti e con grandi scudi a proteggersi, in pieno stile molotov e celerini, e con tanti – troppi – slow motion. Quindi il nostro (super) eroe si mette d’impegno per organizzare una bella rivoluzione contro la Corona d’Inghilterra che riporti la giustizia e annienti la povertà, e anche questo ci suona familiare, a parte forse la rivoluzione. E già che c’è, pure per riconquistare la bella Marian, certo più scaltra e creativa di Robin, come del resto sono le donne in genere. Solo che non si rende conto che non basta un cappuccio in testa e una bandana sulla faccia per non farsi riconoscere…

Non c’è nulla di storico o tradizionale in Robin Hood L’origine della leggenda e la cosa mi ha attirato molto, perché non è il Robin Hood che tutti abbiamo visto in passato – dice Taron Egertonla nostra intenzione era andare oltre e creare qualcosa che fosse molto attuale. Il film che abbiamo realizzato si svolge a un ritmo incredibile ed è davvero molto spettacolare … c’è il rapporto che lega due amici, un amore infelice e tante sequenze d’azione”. Aggiunge Jamie Foxx: “regista e produttore avevano una visione di Robin Hood che ha dato un’impronta assolutamente nuova alla storia, l’azione, i personaggi e perfino i costumi rappresentano svolte notevoli. Questo Robin Hood ha una dimensione completamente diversa e trascina il pubblico in ambiti che non ti aspetti”. E “ce n’è per tutti e la nostra speranza era quella di raccontare tutto quello che si aspettavano i fan di Robin Hood, ma anche di attirare una nuova generazione di ragazzi cresciuti con i film dei supereroi e i videogames – spiega Eve Hewsonabbiamo voluto fare di Robin Hood un tipo veramente tosto, adatto alla nostra epoca, in un film che è la storia di un’amicizia fraterna, è una storia d’amore, è un film d’azione”. Tutto secondo i piani dunque. Il Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri in versione moderna – o modernizzata – è servito. Anche se a volte le cose antiche sono belle come sono.