Riapre a Roma la Sala Troisi: videointerviste a Valerio Carocci e a Paolo Virzì

di Patrizia Simonetti

La notizia è di quelle che rendono felici i romani. Ma ad allargare lo sguardo, così come hanno fatto coloro che hanno l’hanno resa tale e vera, non è difficile capire che è importante anche per chi vive altrove: riapre la Sala Troisi, lo storico cinema del quartiere Trastevere, proprio a fianco del Nuovo Sacher di Nanni Moretti, e riapre grazie all’Associazione del Piccolo Cinema America presieduta e guidata da Valerio Carocci, che poi sono i ragazzi che in estate danno vita al Trastevere Festival in Piazza San Cosimato, totalmente gratuito e popolare, con tanti titoli e altrettanti ospiti che la scorsa edizione abbiamo incontrato. Oggi i ragazzi del Cinema America, che hanno vinto il bando per la gestione della Sala Troisi un anno fa, ma per lentezze burocratiche e ricorsi sono ancora in attesa che il Comune di Roma li convochi per firmare il contratto, hanno presentato alla stampa e a chiunque fosse interessato “il progetto di ristrutturazione e rifunzionalizzazione” della Sala Troisi, forti dei 120mila Euro messi da parte negli ultimi due anni, ma ce ne vorranno almeno 400 per mettere tutto a norma (e per questo via con le donazioni con le modalità illustrate qua). Tanto per dirne una: “dovremo dar fuoco alle poltrone per verificare che siano resistenti al fuoco” ha detto Valerio Carocci in conferenza stampa, e c’è poco da ridere: di carte e certificati sull’immobile non ce ne sono, per cui va rifatto tutto daccapo. Eppure loro, i ragazzi dell‘Associazione del Piccolo Cinema America, vanno avanti decisi: la riapertura al pubblico è prevista per gennaio 2018, e fino ad allora lavoro e lavoro. Perché la nuova Sala Troisi, un nome che è una tradizione da rispettare se non altro in ricordo del grande Massimo, non sarà solo un cinema, ma il progetto ricalca esattamente il loro ideale di spazio sociale e comune legato al territorio: ci sarà ad esempio una biblioteca da 50 posti aperta 24 ore su 24 dove si potrà anche studiare e una sala cinematografica che funga da “operatore culturale che possa stimolare e vivere nel protagonismo attivo del suo pubblico – spiegano – perché lo immaginiamo come una piazza aperta al passaggio e alla sedimentazione del movimento politico, sociale e culturale romano e, perché no, anche italiano”. E allora ecco lo sguardo che si allarga su altre realtà e persone da cui trarre ispirazione e collaborazione, come Paola Corti del Cinema Beltrade di Milano, Andrea Frenguelli del PostModernissimo di Perugia, Michele Crocchiola dello Stensen di Firenze e Riccardo Costantini del CinemaZero di Pordenone che hanno partecipato all’incontro di oggi e ai quali i ragazzi del Piccolo America si ispireranno anche per la programmazione. Perché il cinema non è solo Venezia, Oscar o Cannes, il cinema è anche quello di quartiere, è cultura, è socializzazione, è passione. E lo sa bene Paolo Virzì che abbiamo incontrato lo scorso giugno anche al Trastevere Festival, intervenuto oggi perché amico e ammiratore convinto di questi ragazzi ai quali ha offerto ogni sostegno, perché in loro vede “la politica del fare e dell’agire, una delle poche cose belle capitate a Roma negli ultimi anni – ci dice nella nostra videointervista in calce – e se fossi il ministro della Cultura darei loro le chiavi della città”. Ecco dunque le nostre videointervista a Valerio Carocci e a Paolo Virzì: