Ragazzaccio: videointerviste a Jenny De Nucci e Alessandro Bisegna, Paolo Ruffini e Francesco Sarcina

di Patrizia Simonetti

Cosa significa Ragazzaccio? Che non si adegua alle regole, che non ha rispetto per nessuno, neanche per i genitori e gli insegnanti, che si prende gioco dei compagni più deboli, quelli disabili, per esempio. Allora Mattia è proprio un Ragazzaccio… lo conosciamo mentre fa dad in pandemia: non segue le lezioni, interrompe, provoca i professori, e lo fa perché i suoi amici è questo che si aspettano da lui, che faccia il bullo, e magari si faccia anche bocciare. Tanto è tutto per ridere.

Mattia sta sempre in casa, e non certo per scelta. Fuori c’è il Covid. In casa c’è pure sua madre, una donna che ha perso ogni interesse per il mondo, così come suo marito ha perso interesse per lei. E ci mancava pure la pandemia. Suo padre invece non c’è quasi mai, fa l’infermiere in ospedale, è sempre al lavoro, quando rientra ha il segno della mascherina sulla faccia, dorme poche ore e torna al suo posto, e a casa ci resta solo quando il Covid prende pure lui. Poi arriva Lucia, la luce bianca, e per Mattia tutto cambia.

Ragazzaccio è il nuovo film di Paolo Ruffini, non un film sul Covid, ma che ha il Covid come contesto. Un contesto che logora, appesantisce e gonfia solitudine e rabbia. Un film che racconta cosa hanno passato i giovani, gli adolescenti, gli studenti, durante la pandemia. E anche come un bullo possa cambiare, basta che smaltisca la rabbia, comprendendola prima. E che impari ad amare. Ad aiutare Mattia nel primo compito è soprattutto il professor Roncucci: insegna con passione letteratura ai suoi ragazzi collegati dai loro PC e Mattia lo difende sempre, fino a quando non passa il limite. Però è anche capace di perdonarlo, comprenderlo, e sostenerlo nella sua transizione da ragazzaccio a giovane consapevole e interessato, agli altri e a se stesso. Per quanto riguarda invece l’amore, ci pensa Lucia, con il suo fare sicuro, maturo, pronta a farsi carico dei problemi degli altri, e a strigliarlo, se deve.

Con il cambiamento di Mattia migliorerà anche la dimensione familiare e dopo la tempesta, arriverà pure il sereno e si potrà tornare a stare fuori. Insieme. E ad abbracciarsi, una volta tornati a casa. Ragazzaccio è un film semplice ma carico di temi preziosi e importanti, che a volte diverte, altre commuove. Il discorso finale del padre tocca corde già strapazzate da ciò che abbiamo vissuto negli ultimi anni, così come la lettera che alla fine Mattia scrive al presidente Mattarella pregandolo di poter essere bocciato, perché quell’anno per lui è stato troppo importante e ha un un grande bisogno di riviverlo, ma con la nuova consapevolezza acquisita. Ragazzaccio arriva al cinema giovedì 3 novembre con Alessandro Bisegna e Jenny De Nucci che interpretano Mattia e Lucio, Massimo Ghini e Sabrina Impacciatore che sono il padre e la madre di Mattia, Giuseppe Fiorello che è il professor Roncucci e Claudia Campolongo e Maurizio Lops che danno vita ad altri due insegnanti, l’una troppo dura, l’altro troppo tenero. Nel cast anche Iacopo Melio, giornalista, attivista per i diritti umani e civili e dal 2020 Consigliere Regionale della Toscana, nel ruolo dello studente disabile. E c’è anche Francesco Sarcina in un cameo, e soprattutto con la canzone finale del film composta ad hoc. Le nostre videointerviste realizzate anel corso della presentazione di oggi al Teatro Brancaccio di Roma: