Quanto basta è quella quantità non misurabile che fa la differenza, che è anche un po’ prendersi le proprie responsabilità sulle proprie azioni e relative conseguenze, ma se hai l’Asperger tanta indeterminatezza può mandarti in tilt. E Guido è il ragazzo con l’Asperger, ma anche con il palato assoluto, parola di Arturo. E per fortuna c’è Anna che comprende al volo l’importanza dell’uno per l’altro. Guido, Arturo e Anna, rispettivamente interpretati da Luigi Fedele, Vinicio Marchioni e Valeria Solarino, sono i personaggi che danno vita a una delicata quanto profonda, e se vogliamo romantica storia, Quanto basta appunto, raccontata dal nuovo film di Francesco Falaschi in sala da giovedì 5 aprile con Notorious, cucita con cura e attenzione, documentandosi e frequentando chi l’Asperger ce l’ha per davvero: “una storia di amicizia tra un cuoco con la testa molto calda e un ragazzo con l’Asperger – ci dice Vinicio Marchioni nella nostra videointervista – all’inizio del film sembra che sia io a dare una mano a lui, ma poi forse alla fine del film si capisce come i presunti normali abbiano più necessità di un confronto e di una frequentazione con il mondo della cosiddetta diversità per imparare qualcosa”. Certo che Arturo ci va giù pesante, un po’ come ci è andato più di una volta con le mani, il che lo ha portato ai servizi sociali e quindi nel centro frequentato da Guido e gestito da Anna, a volte anche con Guido stesso che tratta quasi alla pari, senza alcun pietismo, e la prima perla di saggezza che gli regala, da grande chef ad aspirante chef è che “il mondo ha più bisogno di un perfetto spaghetto al pomodoro che di un branzino al cioccolato”, metafora che ci siamo fatti spiegare da Vinicio Marchioni, alias Arturo, in persona:
Guido dunque ha l’Asperger, il che vuol dire che per lui deve essere sempre tutto uguale, assolutamente misurabile e sotto controllo, anche se ha davvero talento per quanto riguarda la cucina e in nome della sua passione, e forte del legame con Arturo, accetta la sfida di una gara e anche quella con se stesso: “Quanto basta è un titolo che si rifà alla misura e alla sottigliezza dei rapporti nel film – ci dice Luigi Fedele nella nostra videointervista – e sicuramente per ragazzi con delle neuro diversità come Guido lavorare su un equilibrio, una misura più sottile può essere anche complicato, probabilmente perché il suo mondo interiore è più grande di quanto manifesta, per cui dietro una parola, un silenzio, uno sguardo si cela molto di più… potrei dire che a Guido basta Arturo e ad Arturo basta Guido per completarsi e per diventare insieme più grandi della loro somma”:
Anna tutto questo lo intuisce sin da subito, non per nulla è la psicologa del centro, forse un po’ apprensiva ma con l’occhio esperto e lungo, anche se con un passato professionale di cui non va proprio orgogliosa: “Anna intuisce che questa figura così particolare che è quella di Arturo possa essere quella che può aiutare Guido verso la sua emancipazione – ci dice Valeria Solarino nella nostra videointervista – e intravede in Arturo quell’anello che mancava. Dall’altra parte vede in Guido quell’umanità e quella sensibilità che può aiutare Arturo a uscire da questo suo mondo così grigio, cupo e violento”: