Planetarium, con Natalie Portman e Lily Rose Depp medium negli anni trenta

di Patrizia Simonetti

È tempo di spiriti e spiritismi al cinema e pure in TV, questo è certo. Nel caso di Planetarium di Rebecca Zlotowski, presentato al Rendez Vous, il Festival del cinema francese a Roma e in sala da giovedì 13 aprile con Officine UBU, siamo negli anni trenta, verso la fine del decennio, quando il grande conflitto incombe, e il tema viene affrontato dalla parte di due sorelle americane molto particolari, Laura e Kate Barlow, che danno spettacolo chiamando defunti e fantasmi dall’aldilà in giro per i teatri di tutto il mondo, la prima interpretata dal premio Oscar Natalie Portman, la seconda da Lily Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis, proposta dalla stessa Portman. Per arrotondare, su richiesta, le sorelle Barlow concedono anche sedute private, così a Parigi, dopo un loro show particolarmente suggestivo, un noto produttore cinematografico di nome André Korben (Emmanuel Salinger) le invita per una seduta tutta per lui a casa sua e ne resta così turbato e affascinato da chiedere loro di restare a vivere con lui, soprattutto perché Kate, la sorella più piccola, in realtà ancora una bambina che per lavorare con la maggiore non va nemmeno a scuola, con il suo modo così semplice e allo stesso tempo intenso di metterlo in contatto con l’altro mondo e quindi con i suoi ricordi e le emozioni vissute tanto tempo fa, diventa per lui una sorta di droga della quale non può più fare a meno. L’uomo si lascia così prendere dall’entusiasmo che decide di voler realizzare il primo film che, senza trucco e senza inganno, mostra il palesarsi di uno spirito e per protagonista vuole Laura, praticamente nella parte di Kate. Il perché questo film, ispirato alla vera storia delle sorelle Fox che diedero il via alla pratica dello spiritismo, si intitoli Planetarium è solo per una frase pronunciata proprio all’inizio da Kate: “perché di giorno non si vedono le stelle?” chiede a Laura. “Perché a volte per riuscire a vedere qualcosa è necessario spegnere la luce” risponde l’altra.

“La frase a cui si riferisce mi è venuta in mente ripensando alla camera oscura e al suo utilizzo – ha spiegato Rebecca Zlotowski – al pensiero meccanico tanto in voga in quel periodo ed è proprio questo strumento antesignano della fotografia che mi ha portato a pensare al titolo del film: il Planetario, luogo artificiale dove si può vedere la riproduzione tridimensionale artificiale delle costellazioni e delle stelle, in rapporto le une con le altre se le si conoscono, altrimenti si tratta di un mero artificio spettacolare. Vorrei che Planetarium raccontasse che non siamo mai consci dei nostri stessi segreti”. “L’idea sublime e irragionevole che si possa continuare a comunicare con il passato, che si possa parlare ai nostri defunti, mi tocca profondamente” dice Natalie Portman. “Interpretare una medium mi ispirava, è una cosa intensa – aggiunge Lily Rose Depp – nemmeno io sono completamente razionale, amo l’idea che alcuni spiriti restino con noi dopo la loro morte”. Nel cast anche Louis Garrel.