Orso d’Argento a Elio Germano e a Damiano e Fabio D’Innocenzo a Berlino 2020

di Patrizia Simonetti

Lo voglio dedicare, questo premio, a tutti gli storti, tutti gli sbagliati, tutti gli emarginati, tutti i fuori casta e ad Antonio Ligabue e alla grande lezione che ci ha dato, che è ancora con noi, che quello che facciamo in vita rimane. Lui diceva sempre ‘Un giorno faranno un film su di me’ ed eccoci qui!” Così Elio Germano vincitore dell’Orso d’Argento alla 70esima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino per la sua interpretazione del grande artista Ligabue nel film a lui dedicato intitolato Volevo nascondermi diretto da Giorgio Diritti “per il suo straordinario lavoro nel catturare sia la follia esteriore che la vita interiore dell’artista Toni Ligabue” recita la motivazione della giuria. “Volevo ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a questo film, che è stato molto faticoso – ha aggiunto ancora Elio Germanoquindi tutte le persone coinvolte in questo lavoro, da Giorgio Diritti ai produttori e ai volontari, che ci hanno aiutato molto”. Volevo nascondermi, prodotto da Palomar con Rai Cinema, uscirà in sala con 01 Distribution, secondo quanto dichiarato dallo stesso regista, mercoledì prossimo 4 marzo (inizialmente era previsto per il 27 febbraio ma poi l’uscita era stata rinviata a causa delle misure precauzionali volte a fronteggiare l’emergenza Coronavirus). 

Il film racconta la storia di Toni, figlio di un’emigrante italiana in Svizzera, abbandonato e poi affidato ad una coppia di anziani che, una volta adolescente, lo fa rinchiudere in un istituto per ragazzi difficili, e anni dopo in un manicomio dove alcuni medici scoprono l’effetto benefico del disegno su di lui riconoscendogli anche una sorta di capacità artistica. Fino a che, non ricevendo più sussidi dall’Italia, viene respinto dalla Svizzera e rimandato in Italia dove, dopo varie vicissitudini, si ritirerà in totale solitudine in una capanna sulle rive del Po, patendo il freddo e la fame. Ad accendere una luce nella sua vita sarà un incontro, quello con  lo scultore Renato Marino Mazzacurati che lo spingerà a riavvicinarsi alla pittura. Sarà l’inizio di un riscatto grazie all’arte, unico mezzo per essere se stesso e farsi amare dalla gente. E per diventare ciò che realmente è: un grande artista, un pittore creativo e unico che rappresenterà sulle sue tele il suo fantastico mondo, una giungla selvaggia popolata di tigri, gorilla e giaguari. La trasformazione fisica, e non solo, in Ligabue di Elio Germano – che già aveva incantato vestendo i panni di Giacomo Leopardi ne Il giovane favoloso – è straordinaria.

Orso d’Argento anche a Damiano e Fabio D’Innocenzo per la sceneggiatura di Favolacce, la loro opera seconda, in sala il 16 aprile con Vision Distribution, di cui ci avevano anticipato l’idea nella nostra videointervista ai Globi d’Oro dove erano candidati per La Terra dell’abbastanza: ancora ambientato alla periferia romana, Favolacce, più surreale della loro opera prima, ruota su quanto scritto da una bambina sul suo diario ritrovato per caso. Anche in Favolacce nel cast c’è Elio Germano: “A Berlino siamo stati molto bene, ma abbiamo una gran voglia di tornare a casa a scrivere il prossimo film – hanno detto i due fratelli romani nel discorso di ringraziamento – siamo felici di lavorare, e oggi raccogliamo il frutto degli anni complicati che abbiamo trascorso… con i nostri film non cerchiamo di piacere, ma di essere onesti con noi stessi. Quello che facciamo lo facciamo per passione, e questo ci aiuta a realizzare il nostro desiderio che è passare del tempo insieme. Per noi è sempre una condivisione, da quando dividiamo i biscotti a colazione fino al lavoro sul set. Noi abbracciamo la stessa cosa nello stesso momento con lo stesso peso e con le stesse necessità”. L’Orso d’Oro di Berlino 2020 va all’iraniano Mohammad Rasoulof per Sheytan vojud nadarad (There Is No Evil), assente al Festival perché dissidente in patria.