Nemico Pubblico 3, stavolta c’è pure un musical: intervista a Giorgio Montanini

di Patrizia Simonetti

Riecco Giorgio Montanini e riecco Nemico Pubblico, lo show comico satirico che ha fatto conoscere al grande pubblico lo stand up comedian fermano, già applaudito nei teatri di tutta Italia. L’appuntamento con la terza stagione è per domenica 12 giugno alle 23.40 sempre su Rai3. Politicamente scorretto e dissacrante restano le parole d’ordine di Nemico Pubblico che presenta conferme e novità che ci anticipa direttamente Giorgio Montanini.

Nemico Pubblico torna per la terza stagione, una bella conferma. Soddisfatto?

Sono soddisfatto e contentissimo più che altro per il lavoro che abbiamo fatto perché rispetto all’anno scorso il programma è cresciuto esponenzialmente. Già dopo la prima stagione c’era stata un’evoluzione e adesso potremmo definirlo davvero maturo.

I tuoi monologhi però restano e anche le candid camera…

Io sono un monologhista per cui i monologhi mi rappresentano al meglio, sono i cardini della trasmissione e quindi ci saranno sempre. C’è anche la candid camera ma stavolta una sola a puntata rispetto alle due della scorsa stagione, come simbolo diciamo, perché come dicevo Nemico Pubblico si è evoluto e quindi mettiamo in scena qualcosa di più complesso.

Ho sentito parlare persino di una sit com e di un musical…

Sì, abbiamo inserito nello show una vera e propria serie televisiva corale di 8 puntate fatta dagli autori Danile Fabbri e Giovanni Filippetto che diventano anche attori e segna il ritorno sul piccolo schermo di Paolo Lizza dopo 30 anni. Si intitola intitolata Reparto paternità e racconta di tre padri che si trovano a interfacciarsi con la loro prima esperienza, appunto, da padri. E non è proprio un caso visto che 6 mesi fa sono diventato papà di Agnese.

Auguri! E il musical?

Grazie! Il musical è a cura di Francesco De Carlo, che l’anno scorso faceva la serie Emoticon, anche se io avrò un cameo, una piccola parte giusto per dare coerenza e un senso di continuità al programma, assieme a I Bugiardini, un gruppo di improvvisazione teatrale di esperienza internazionale. Sarà parecchio politicamente scorretto perché parla delle atrocità, degli aspetti più abbietti dell’essere umano raccontandoli attraverso canzone e ballo, quindi cose feroci in punta di fioretto, per così dire, un po’ come uccidere con il sorriso sulle labbra.

O anche canta che non ti passa…

Esatto, questa te la rubo….

Prego, fai pure. Anche la sigla è tutta una novità…

Sì, l’inizio sarà un po’ a sorpresa: chi guarderà il programma si aspetterà di vedere subito me, invece, proprio come accade negli show americani, vedrà la classica stand up comedian di apertura fatta da un comico meno popolare del protagonista, che è Francesco Capodaglio, comico marchigiano come me, al suo debutto televisivo. Abbiamo voluto così dare la sensazione del live, di odore del palco… l’apertura del resto serve a questo, a portare la gente dentro un live.

Stavolta non c’è Filippo Giardina, tuo collega nonché fondatore di Satiriasi, non è che avete litigato?

No, non abbiamo litigato, ha solo fatto una scelta professionale, ha semplicemente detto che non voleva fare più il nostro programma e non l’ha fatto più.

Hai avuto qualche difficoltà con il nuovo direttore di Rai3 Daria Bignardi?

Assolutamente nessuna, da un punto di vista di contenuto ad esempio c’è stata continuità e devo dire che sono stato comunque libero di scrivere e di fare quello che ho voluto.

La scorsa stagione hai aperto con un monologo su Charlie Hebdo, di cosa parlerà quest’anno il tuo primo pezzo?

Avrei voluto aprire con un monologo dissacrante sulla paternità proprio per ciò che ti dicevo prima, ma poi lo abbiamo spostato alla terza puntata per non far pensare alla gente: “adesso questo ha fatto un figlio e parla solo di questo”. Per cui aprirò con un monologo sulla droga e la blasfemia.

Ecco, cosette così…