Nastri d’Argento Documentari: videointerviste a Kasia Smutniak e Riccardo Milani

di Patrizia Simonetti

Il Nastro d’Argento 2024 della sezione Cinema del Reale è andato a Kasia Smutniak per la sua opera prima da regista intitolata Mur. La cerimonia di premiazione dei Nastri D’Argento Documentari 2024 assegnati dai Giornalisti Cinematografici italiani, alla quale abbiamo partecipato, si è svolta ieri sera al Cinema Barberini di Roma, dove abbiamo incontrato anche Kasia Smutniak. Mur racconta il suo coraggioso viaggio compiuto nella primavera del 2022 tra la Polonia, sua terra natìa, e la Bielorussia, nel lungo tratto di confine dove le autorità polacche hanno eretto un muro di 186 chilometri per cinque metri e mezzo al fine di bloccare il passaggio dei migranti, dando origine ad una tragica situazione di emergenza e di violenza. Kasia Smutniak, che nella nostra videointervista rivela come quel muro fosse per lei diventato “una vera ossessione“,  porta sullo schermo un vero e proprio reportage drammatico che la vede anche protagonista, filmata nei suoi incontri con volontari e attivisti dalla coregista Marella Bombini con la quale ha condiviso il premio.

Per la sezione dei Nastri D’Argento Documentari 2024 dedicata a Cinema Spettacolo Cultura, ha vinto Riccardo Milani con Io, noi e Gaber, omaggio all’artista e all’uomo che lo stesso Milani, nel corso della nostra videointervista, definisce “un grande cantante, un grande musicista, un grande uomo di spettacolo, un grande attore, ma soprattutto un uomo di grande coraggio”. Presentato e applaudito in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, film evento più visto in sala nel 2023 e scelto in prima serata su Rai 3 a Capodanno da più di un milione e mezzo di persone, Io, Noi e Gaber è stato girato tra Milano e Viareggio, nei luoghi della vita di Giorgio Gaber, ed è un viaggio esclusivo che attraversa tutte le fasi della sua lunga carriera artistica: dai primissimi esordi nei locali di Milano al rock con Adriano Celentano, dal sodalizio artistico e surreale con l’amico Jannacci agli iconici duetti con Mina e alle canzoni con Maria Monti. Dagli anni della popolarità televisiva al teatro, con l’invenzione, insieme a Sandro Luporini, del Teatro Canzone, piena espressione del suo impegno politico e culturale.

Attraverso la voce di familiari e amici, Riccardo Milani traccia un ritratto intimo e appassionato di Gaber, che include ad un tempo la sua storia personale attraverso le parole della figlia Dalia e delle persone storicamente a lui più vicine, e una sinfonia di voci di colleghi e artisti che lo hanno vissuto e amato. Prodotto da Gianluigi Attorre e Caterina Mollica per Atomic in coproduzione con Rai Documentari e Luce Cinecittà, distribuito da Lucky Red e promosso dalla Fondazione Gaber, il docufilm vede la partecipazione speciale di Gianfranco Aiolfi, Massimo Bernardini, Pier Luigi Bersani, Claudio Bisio, Mario Capanna, Francesco Centorame, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Ombretta Colli, Paolo Dal Bon, Fabio Fazio, Ivano Fossati, Dalia Gaberscik, Ricky Gianco, Gino e Michele, Guido Harari, Paolo Jannacci, Lorenzo Luporini, Roberto Luporini, Sandro Luporini, Mercedes Martini, Vincenzo Mollica, Gianni Morandi, Massimiliano Pani, Giulio Rapetti – Mogol, Michele Serra.

Per la sezione dei Nastri D’Argento Documentari 2024 dedicata all’Arte, il premio è andato a Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione di Giovanni Troilo, già regista di Frida. Viva la vida, Le Ninfee di Monet. Passato in sala il 15, 16 e 17 maggio scorsi, con un cast composto da Jacopo Olmo Antinori, Pierangelo Menci e Antonio Lanni, racconta la storia della rivalità artistica più famosa di sempre, quella tra Borromini (1599-1667) e Bernini (1598-1680) e soprattutto la storia della rivalità di Borromini con sé stesso: un genio talmente legato alla sua arte da trasformarla in un demone che lo divora dall’interno, fino a spingerlo a scegliere la morte, con un gesto drammatico, pur di toccare l’eternità.

Il Nastro dell’Anno per i Documentari è andato a Mario Martone, autore e regista di due omaggi: a Massimo Troisi con Laggiù qualcuno mi ama, e a un grande fotografo in Un ritratto in movimento. Omaggio a Mimmo Jodice. Premi speciali sono andati a Roma, santa e dannata, il viaggio nelle notti romane di Roberto D’Agostino, Marco Giusti e Daniele Ciprì, e al film di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi Un altro domani, sulla violenza contro le donne indagata anche attraverso le voci degli uomini.

Completano il palmarès 2024 i riconoscimenti per il Miglior Docufilm, Enigma Rol di Anselma Dell’Olio, indagine sulla figura e gli straordinari poteri del sensitivo torinese che fu vicino a Federico Fellini, il Nastro d’Argento alla scrittrice e sceneggiatrice Edith Bruck sopravvissuta alla deportazione, per Edith, emozionante testimonianza autobiografica sulla Shoah, da un’idea di Giovanna Boursier, con la regia di Michele Mally fortemente voluto su La 7 da Andrea Purgatori in uno degli ultimi numeri del suo Atlantide. Per la Cultura, Nastro d’Argento a Monica Bellucci, protagonista dell’anno nei Documentari per l’intensa interpretazione di Maria Callas: Lettere e Memorie: l’attrice non ha potuto partecipare alla Cerimonia di premiazione per impegni di lavoro e ha mandato un videosaluto di ringraziamento con il premio tra le mani, mostrato nel corso della serata.

Premi speciali nel corso della cerimonia dei Nastri D’Argento Documentari 2024 sono stati consegnati a Lucio Amelio, film di Nicolangelo Gelormini che celebra il critico e gallerista grande protagonista della vita intellettuale napoletana, e a Oceano Canada, affettuoso director’s cut di Andrea Andermann di un viaggio alla scoperta del rapporto con la natura tanto caro a Ennio Flaiano che ne fu con lui autore e che morì prima di vederne, cinquant’anni fa, la prima messa in onda in un formato televisivo che definiremmo oggi seriale. Premiato allora proprio dai Nastri d’Argento il film, nella sintesi di oggi, è di nuovo segnalato oggi nelle quattro storie che s’intrecciano nella nuova edizione, rimontata e trasmessa da Rai Cultura dando voce e vita all’anima del Canada, ma non solo.

Una menzione speciale infine è stata assegnata a Bosco Martese di Fariborz Kamkari, che ricorda il primo scontro in campo aperto della Resistenza italiana contro l’Esercito tedesco: un episodio abruzzese poco noto nella storia di quegli anni che riemerge nel documentario coprodotto da Adriana Chiesa Di Palma con l’Associazione Teramo Nostra guidata da Piero Chiarini, che ogni anno dedica agli Autori della Fotografia il Premio Di Venanzo, ed è appassionata custode della memoria di quell’episodio. Annunciato anche il Premio Valentina Pedicini in omaggio alla giovane regista prematuramente scomparsa: va al film  About last year scritto, diretto e interpretato da Dunja Lavecchia, Beatrice Surano e Morena Terranova. Le nostre videointerviste a Kasia Smutniak e Riccardo Milani: