Chiamarlo colpo di fulmine è riduttivo. Quella che si scatena tra Andrea e Adriana al primo incontro, o meglio al primo sguardo, è una vera e propria tempesta di passione, di quelle che dopo un paio di minuti che ti scruti e ti svesti con gli occhi, ti avvicini e dici “domani ho un appuntamento alle 10 e arriverò stanchissimo perché passerò tutta la notte con te”. E mai approccio, per quanto audace e sfrontato, si rivela invece efficace in Napoli velata, in sala dal 28 dicembre con Warner Bros. Pictures, ultima fatica di Ferzan Ozpetek che ha voluto per il ruolo di Andrea l’astro del momento Alessandro Borghi (Non essere cattivo, Suburra), mentre per quello di Adriana è tornato alla Giovanna Mezzogiorno de La finestra di fronte di 14 anni fa. E come allora anche la storia di Napoli velata è quella di una donna fragile e ferita che per un trauma subito, insabbiato e poi riacceso da un ulteriore atto violento e inaspettato, si ritrova a indagare se stessa e alla fine, forse, a capirsi e a rivelarsi ai propri occhi grazie a quel velo che invece dovrebbe coprire, almeno in parte, una realtà che non ci piace. Perfetta la città che non si limita a fare da sfondo, una Napoli velata amata da Ozpetek colpito dalla sua cultura a tratti ambigua e intrisa di superstizioni e religioni, dove incontriamo tanti personaggi con il compito, uno ad uno, di reggere il tutto, dalla zia Adele che è Anna Bonaiuto, sorella della madre di Adriana coinvolta fino all’osso nel trauma della nipote, ad altre donne forti e necessarie interpretate da Luisa Ranieri, Lina Sastri e Isabella Ferrari, anche il commissario di polizia è donna ed è Maria Pia Calzone (Gomorra, Sirene), senza dimenticare Peppe Barra, il maestro dell’arte di Napoli. Ed è così che è pure Adriana, misteriosa, sfuggente ma al tempo stesso pronta a offrire tutta se stessa al primo incontro restandone, suo malgrado, impigliata, e la sua testa, dentro, è proprio come quella città fatta di vicoli colorati ma anche bui, di piazze che si aprono e strade che si chiudono, in continua ed eterna evoluzione. Giovanna Mezzogiorno la incarna bene, così come sorprende un Alessandro Borghi come non si era mai visto prima nel ruolo del ragazzo che seduce e del quale chissà se poi si può fare a meno, ambiguo anche lui e altrettanto immerso in atmosfere da sogno, o incubo a seconda delle circostanze, misteriose certo e un po’ magiche, perché non tutto ciò che sembra lo è davvero, o forse sì. Napoli velata è un film intenso, e carico – stranamente per Ozpetek – di una sensualità e di un erotismo puro, e questo sì senza alcun velo, necessario del resto per spiegare, concretizzare e far arrivare la potenza di quella passione che tutto scatena. La nostra videointervista ad Alessandro Borghi e Giovanna Mezzogiorno:
565