Muoviti o muori: su National Geographic Channel per scoprire il fattore rischio determinante (e darsi una grattatina)

di Patrizia Simonetti

Wisconsin, Nord America. Un gruppo di paracadutisti si sta per lanciare nel vuoto da un aereo leggero, per farlo però alcuni di loro si arrampicano sull’ala sbilanciando il peso del velivolo, situazione che, a quanto pare, causa più decessi di tutti gli altri tipi di incidenti aerei messi insieme, inoltre c’è un altro aereo leggero che si avvicina e si sa che più diminuisce la distanza, più aumenta il punto cieco dei piloti, così gli indici degli esiti possibili a questo punto sono tre: perdita di controllo dell’aereo, collisione tra i paracadutisti e il secondo velivolo, collisione tra i due apparecchi. Solo uno diventerà reale e causerà il disastro, ma non ve lo sveliamo noi bensì Muoviti o muori, la nuova serie catastrofica che parte alle 20.55 di stasera, domenica 10 maggio, in prima TV assoluta su National Geographic Channel, che mostra di puntata in puntata, due ogni domenica, una serie di filmati che, come se fossero in diretta, si stoppano, si riavvolgono e poi ripartono, così che lo spettatore può osservare i segnali e individuare l’indizio cruciale che porta all’esito fatale. Consiglio spassionato, darsi una grattatina preventiva, soprattutto se si sta per fare una delle cose di cui parliamo di seguito.

Dal Winsconin alla Birmania, nel Sud Est asiatico, dove il cielo si riempie di innocui palloni volanti per il Festival annuale delle mongolfiere. Innocui? Non esattamente: “c’è il doppio delle possibilità di avere un incidente in mongolfiera che in aereo” recita la voce computerizzata, del resto il bilancio di questa manifestazione è di 4 morti e 12 feriti solo negli ultimi tre anni. Ed ecco i segnali di pericolo: il fumo che indica la presenza di una fiamma viva a riscaldare l’aria nel pallone che è di carta e quindi infiammabile, fuochi d’artificio a bordo che provocano più feriti di barbecue, fiammiferi e candele, e l’assenza di un pilota nel cestello che controlli il bruciatore e la direzione del pallone. Cosa succederà?

E cosa accadrà nello Zambia, alle cascate Vittoria, dove si pratica il bungee jumping che fa in media una vittima ogni due anni? E a Fresia, in Olanda, dove qualcuno fuori di testa ha costruito in casa un cannone e lo fa pure sparare? E in Groenlandia dove si sta demolendo una canna fumaria e un uomo in motoslitta affronta un ripido pendio di montagna, o in Norvegia dove si sta soccorrendo un Tir bloccato dalla neve, in Messico, a Valle de Bravo, dove si gira una soap opera nella quale si scontrano un elicottero e un motoscafo e c’è pure uno skydiver in pericolo, e a Londra dove non è semplice farsi strada con una bicicletta nel traffico cittadino?

Si va pure negli Stati Uniti dove alcuni gli spettatori per caso riprendono le immagini e le conseguenze di un terribile errore compiuto da un pilota di un elicottero, in Siberia dove un incendio devasta un appartamento, e ancora catastrofi assolutamente non previste o immaginabili durante una gara in barca, una corsa ciclistica, un rally, e pure un terrificante evento naturale che si verifica in Italia.

Perché spesso non ci si pensa, ma gli incidenti si verificano all’improvviso quando sei lì tranquillo che non ci pensi proprio: avreste mai immaginato ad esempio che ci sono più probabilità di morire cadendo dal letto che in un incidente aereo e che sono le stesse quelle di morire durante una maratona e in una corsa automobilistica? Tutto dipende dal fattore rischio determinante.
Alla fine la morale (e il consiglio) è una sola: tra istinto e ragione, fai la scelta giusta per sopravvivere. L’importante è capire in tempo qual è.

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