Mozart in the Jungle: sesso, droga e musica classica, ovvero come ti sconvolgo la Filarmonica di New York. Con Gael Garcia Bernal

di Patrizia Simonetti

“Non proveremo a imitare le grandi orchestre, noi ruberemo l’anima dei compositori ai quali vogliamo rendere onore” dice Rodrigo, lunghi capelli ribelli raccolti a coda, kefia rossa sulla testa, al polso e al collo braccialetti e collanine etnici di cuoio e perline. Strano modo di parlare e soprattutto di abbigliarsi per un direttore d’orchestra, eppure lo è, e anche se qualcuno lo chiama “pagliaccio”, “mostro”, “sciocco arrogante”,  lui a 12 anni ha vinto il premio Mahler come miglior giovane direttore e a 23 ha diretto alla Scala. Non male, se aggiungi che è pure un fico.

Si chiama Rodrigo De Souza, è interpretato da Gael Garcia Bernal (Amores Perros, Y tu mamá también, I diari della Motocicletta, La mala Education) e, ispirato al direttore d’orchestra venezuelano Gustavo Dudamel, è l’eccentrico e affascinante protagonista di Mozart in the Jungle: Sex, Drugs and Classical Music, la nuova serie al via stasera, martedì 14 luglio, in prima serata e in prima visione assoluta su Sky Atlantic e Sky Arte HD con i primi due episodi in contemporanea anche su Sky Uno HD e il primo online su skyatlantic.it.

Certo preferisce andare al bagno delle donne perché è più pulito, almeno così dice, dove gli capita di chiedere a una ragazza se i suoi capelli per caso suonano,  “sto cercando di trovare la musica dentro la musica, l’essenza, non l’apparenza” declama e “quando perdiamo la rotta, dobbiamo tornare alle origini, è là che si trova la bellezza della vita” dice ai suoi musicisti, definendoli “differenti distorsioni armoniche della stessa corda vocale”, per questo li fa suonare in piazza, tra i palazzi e la gente. E non ha paura di ammettere davanti al prete che “il mio Dio è la musica” e di chiacchierare con il fantasma di Mozart che gli appare seduto sulla ringhiera con le gambe a penzoloni.

A sceglierlo sperando in una svolta innovativa è stata è Gloria Windsor (Bernadette Peters), direttrice del teatro sede dell’Orchestra Filarmonica di New York, nella speranza che ne risollevi le sorti convincendo facoltosi benefattori a mettere mano al portafogli, e a lui non importa se per farlo deve rivoluzionarla e sfidare l’ex direttore d’orchestra, il vecchio e tradizionalista Thomas Pembridge, che teme invece che Rodrigo intenda “distruggere tutto quello che ho costruito negli ultimi vent’anni” confessa. “Siamo la nemesi l’uno dell’altro, legati indissolubilmente, ma i nostri ego ipertrofici si scontrano” dice Gael Garcia Bernal spiegando la dicotomia tra il suo personaggio e quello interpretato da Malcom McDowell (niente meno che Alex di Arancia Meccanica, ma poi anche Heroes, CSI Miami, The Mentalist), che incarna il conflitto tra il vecchio e il nuovo. In mezzo però  sempre il grande amore per la musica che “connette le persone di tutto il mondo e lo può fare in maniera rigida e formale o in modo totalmente libero – dice l’attore messicano – tutti noi abbiamo un lato musicale e un modo tutto nostro di amare la musica”.

Prodotta da Amazon, Mozart in the Jungle: Sex, Drugs and Classical Music è tratta dal romanzo autobiografico omonimo dell’oboista Blair Tindall che ha suonato nella New York Philharmonic e in molte altre orchestre a Broadway, e che “racconta di persone che vivono di classica nella jungla di cemento di New York” spiega l’autrice. “In poche parole è il dietro le quinte di un’orchestra sinfonica e le storie di tutti i personaggi dinamici che ne fanno parte” aggiunge Roman Coppola, produttore e co-sceneggiatore con Jason Schwartzman e Paul Weitz, e co-regista con Being Flynn e lo stesso Weitz.

La serie entra in un mondo sconosciuto ai più, quello degli orchestrali, ed è un peccato che lo sia perché invece pullula, a quanto pare, di storie piccanti, aneddoti sorprendenti e passioni travolgenti da meritare in pieno il sottotitolo “sesso, droga e musica classica”, cui aggiungeremmo ironia. E tutto ciò appare a dir poco evidente già quando la violoncellista veterana Cynthia (Saffron Burrows di Agents of S.H.I.E.L.D.) con problemi di tendinite, rivela alla giovane Hailey (Lola Kirke di Gone Girl), aspirante clarinettista della New York Symphony –  e pure a noi – che “esiste una correlazione diretta tra la professione di un uomo e il modo in cui scopa”, poi entra nel dettaglio: “i percussionisti battono un ritmo da film porno. Divertente… per i primi 10 minuti”…