Motta presenta il nuovo album ‘Semplice’: vi racconto perchè ho fatto questo disco (Video)

di Patrizia Simonetti

Si intitola Semplice (Sugar) il nuovo album di Motta che arriva a tre anni dal precedente Vivere o morire e che nasce principalmente dalla voglia di fare qualcosa per se stesso e trovare la strada per pensare al futuro in modo diverso, costruttivo, migliore. Fortemente influenzato dal periodo di pandemia che stiamo vivendo, Semplice contiene però anche canzoni nate molto prima di quella che lui stesso definisce “la fine del mondo“, persino prima di Dov’è l’Italia portata a Sanremo 2019. Canzoni che hanno vinto su altre, quasi senza motivo, rimaste ad aspettare e che per oro almeno non ascolteremo in Semplice. Anticipato dall’uscita del primo singolo E poi finisco per amarti, questo nuovo album rappresenta e racconta per Francesco Motta un nuovo percorso di crescita personale e artistico di chi cerca di far pace con le proprie contraddizioni attraverso un processo di semplificazione e di ritorno alle cose semplici.

Motta riparte quindi dall’attenzione nei confronti delle piccole cose, dall’importanza di ogni attimo vissuto, dalla quotidianità in quanto dimensione che sfugge, ma sempre presente e fondamentale per quel che sarà. Anche il titolo che compare nero su grigio in copertina senza la sua faccia sta a sottolineare e a rappresentare il passo indietro che l’autore compie per lasciar parlare le sue canzoni, parole e musica capaci di cogliere stati d’animo, emozioni e immagini piuttosto che narrare una storia. Semplice si apre quindi con una dichiarazione esplicita di intenti, quelli di voler crescere e di cambiare prospettiva rispetto alle storie che narra. Prosegue poi raccontando l’amore, l’amicizia, l’accettarsi con tutte le proprie contraddizioni, per chiudersi con un brano completamente diverso, quasi staccato dal contesto, scritto con Dario Brunori, che parla d’amore, di inquietudini, di nuove consapevolezze con un lungo finale strumentale, una sorta di sfogo elettronico-percussivo che celebra la cosa più semplice, ma più difficile da catturare che ci sia: la libertà di essere ciò che si è.

Prodotto dallo stesso Motta nel suo studio di Roma insieme a Taketo Gohara, Semplice è un disco suonato, energico e potente dietro al quale c’è stato un grande lavoro di produzione che porta a un suono pieno, ad una grande cura per i dettagli e ad un modo originale di arrangiare attraverso gli archi, e ad un emergere della voce chiara, semplice e in primo piano. Tra i musicisti coinvolti, il percussionista brasiliano Mauro Refosco (David Byrne , Red Hot Chili Peppers, Atom For Peace) e il bassista Bobby Wooten (David Byrne) che, a causa della pandemia, hanno lavorato con Motta da remoto da New York.

Il live è ciò che è mancato e che manca a tutti gli artisti del mondo, così anche Motta ne sente la nostalgia, ma, incrociando le dita, quest’estate tornerà in concerto con un tour estivo proprio per presentare Semplice, comnciando il 21 luglio a Milano al Carroponte e il 10 settembre all’Auditorium della Musica di Roma. Ecco il nostro videoincontro con Motta:

 

 

 

 

 

 

 

Ph Claudia Pajewski