Moonage Daydream: sognando David Bowie al cinema

di Patrizia Simonetti

Disordinato. Psichedelico. Onirico. Sembra di aver sognato David Bowie per due ore. Ed è stato un sogno bellissimo. Al cinema è arrivato Moonage Daydream firmato Brett Morgen (The Kid Stays in the Picture, Kurt Cobain: Montage of Heck, Jane), e se come si intuisce dal titolo l’obiettivo era quello di farci sognare Bowie, è stato pienamente raggiunto. Non un biopic, non un documentario, non un docufilm, ma qualcosa di assolutamente a sé. Un racconto che non è un racconto della musica e dell’arte di David Bowie fatto da dentro. E forse per questo Moonage Daydream è il primo film sul Duca Bianco supportato dalla David Bowie Estate, che ha aperto le porte della sua collezione come mai fatto prima.

Nel 2018 a Brett Morgen è stato infatti  concesso un accesso senza precedenti agli archivi di Bowie, che comprendono materiali che ripercorrono tutta la sua vita, tra cui un ampio catalogo di filmati inediti e una collezione personale delle sue opere d’arte e delle sue poesie. Morgen ha impiegato quattro anni ad assemblare il film e altri 18 mesi a progettare il paesaggio sonoro, le animazioni e la palette colori.

Immagini, suoni, esplosioni di colori e musica, e David Bowie che, in un arco temporale che copre tutta la sua vita, parla in prima persona, come voce fuori campo o in video durante alcune interviste, e si esibisce in performance emozionanti: filmati personali d’archivio e performance inedite, riprese datate che non nascondono l’età, con le loro rughe di celluloide e gli sguardi un po’ appannati, eppure ancora così vive ed emozionanti.

Nessuna didascalia, nessun commentatore, nessuna testimonianza, nessun traghettatore a portarci nel mondo visionario di David Bowie, a parte David Bowie. Da Ziggy Stardust al Duca Bianco al signor Bowie maturo e consapevole di ciò che è stato e di ciò che è, passando per Berlino, il pop anni Ottanta fino al disco dell’addio Blackstar.

Non c’è 3D, non c’è realtà virtuale e aumentata, se non dal feeling tra spettatore e artista e dal fascino che emana e trasborda dallo schermo, eppure Moonage Daydream è un’esperienza immersiva che sprofonda nelle emozioni. Con un messaggio forte e chiaro: le nostre differenze sono i nostri punti di forza. E i cambiamenti sono necessari. Del resto: tutto è transitorio, mi importa? la frase che ci accompagna per tutto Moonage Daydream.

Una pecca però l’abbiamo trovata;: dopo tanto parlare di cambiamenti – c’è anche qualcuno che gli chiede “cosa sono i cambiamenti?” e lui risponde “cambiamenti” – dov’è Changes, tra i nostri pezzi preferiti? Sembra continuamente annunciata, ma non c’è. Non aspettatela.