“Se uno deve fare una stagione festosa e viene qua, non solo per il centenario del Teatro ma durante le feste di Natale, deve arrivare con una proposta adeguata alla temperatura e alle emozioni del momento…” Così Lello Arena nella nostra videointervista sulla sua Miseria e Nobiltà che debutta giovedì 27 settembre all’Eliseo di Roma nel pieno delle celebrazioni per il suo complesecolo, e dove resterà in scena fino al 20 gennaio, notte di San Silvestro inclusa per uno speciale Capodanno. Tra le commedie più rappresentate di Eduardo Scarpetta che la scrisse nel 1887, portata sul grande schermo nel 1954 da Totò e Sofia Loren diretti Mario Mattoli, Miseria e nobiltà racconta di un giovane innamorato di nome Eugenio, figlio del marchese Favetti: Eugenio ama Gemma ma siccome lei è figlia di un cuoco, per quanto arricchito, non è approvata da suo padre; così Eugenio chiede aiuto a Felice Sciosciammocca, qui interpretato da Lello Arena affinché, assieme all’amico Pasquale e alle loro rispettive famiglie, si fingano tutti suoi nobili parenti agli occhi del futuro suocero Gaetano. Ma non tutto è come sembra, anche se poi alla fine tutto si aggiusta. Ma il bello sta nel mezzo.
L’adattamento drammaturgico a quattro mani del regista Luciano Melchionna e dello stesso Lello Arena colora di noir la celebre commedia napoletana trasformandola in quello che il regista definisce “un filmino in bianco e nero” e i personaggi in “ombre che trovano di nuovo i loro corpi avanzando come spettri miserabili” a sottolineare quanto l’una, la miseria, non sia sempre stata che il sostegno per l’altra, la nobiltà, parti entrambe necessarie ad un “perfetto ecosistema” che altrimenti crollerebbe. Ecco quindi che Miseria e nobiltà altro non è che “un’opera comica per anime compatibili con la risata, in attesa del miracolo. E cos’è il teatro se non il luogo dove il miracolo può manifestarsi?’ In un pianeta dove i ricchi sono sempre più ricchi, grazie ai poveri che sono sempre più poveri, non ci resta che… ridere”. E “se poi ci scappa pure un pensierino dentro – aggiunge Lello Arena – perché sembrano delle farsone e invece sotto sotto parlano di gente che siccome ha una grande miseria addosso diventa una cosa che non è e questo può far pensare un po’.” La nostra videointervista a Lello Arena: