Una ragazzina divenuta donna al buio e nella solitudine di un labirinto sotterraneo per volere di un mostro che l’ha rapita a 13 anni e le ha usato ogni tipo di violenza psicologica e anche fisica, ritrovata ferita e imbottita di droga; un profiler che cerca di entrare nella sua testa per farle ricordare ciò che le è accaduto e catturare il mostro; un ex investigatore privato che sta per morire sopraffatto dai sensi di colpa per non averla trovata quella ragazzina quindici anni prima quando i suoi genitori lo avevano incaricato di farlo; una transgender quasi albina; una detective che si occupa di persone scomparse che non dà notizie di sé da giorni; un suo collega che sembra l’unico a preoccuparsi della sua sorte. E infine lui, il mostro, un uomo con la testa di coniglio e gli occhi rossi a forma di cuore. Dopo La ragazza nella nebbia Donato Carrisi porta sul grande schermo un altro suo romanzo, L’uomo del labirinto, in sala dal 30 ottobre con Medusa, dove naturalmente nulla è ciò che sembra e la verità è accuratamente nascosta eppure praticamente davanti agli occhi di tutti, spettatori compresi. “Ne L’uomo del labirinto l’invisibile è importante almeno quanto ciò che si vede – dice lo scrittore regista – questa dimensione del racconto è fatta di linguaggi subliminali e di trappole per l’inconscio, così il pubblico non sarà soltanto semplicemente spettatore, ma verrà coinvolto, compromesso e a volte anche complice”. Nonostante ogni personaggio sia fondamentale per la storia e ne regge una parte come una sorta di cariatide dall’espressione ambigua, tutto punta sulla sfida, non diretta certo, tra il profiler e l’ex detective, il primo che cerca dentro e il secondo che indaga fuori. A ricoprire il ruolo del primo, alias Dottor Green è Dustin Hoffman, mentre il secondo, ovvero Bruno Genko, è interpretato da Toni Servillo. Valentina Bellè è la ragazza, Vinicio Marchioni il detective che cerca la sua collega, Caterina Shulha la transgender amica di Genko, Filippo Dini il poliziotto Delacroix. L’uomo del labirinto inquieta quanto basta, mette lo spettatore di fronte alle sue paure, apre e chiude porte e possibilità, mina la certezza delle sensazioni e dell’intuito. Le nostre videointerviste a Valentina Bellè, Toni Servillo, Caterina Shulha: