Luis e gli alieni e il buon messaggio sulla diversità

di Patrizia Simonetti

Cari genitori, attenzione a trascurare i vostri figli perché potrebbero anche decidere di andarsene con gli alieni, soprattutto se sono tre simpatici buffoncelli tanto somiglianti ai Barbapapà e come loro morbidi come un antistress e deformabili a piacere da infilarsi ovunque, senza sottovalutare il fatto che gli basta un frammento di DNA per trasformarsi proprio in quella persona… Si chiamano Mog, Nag e Wabo e sono i coprotagonisti di Luis e gli alieni, il film d’animazione dei gemelli tedeschi Wolfgang e Christoph Lauenstein nelle nostre sale da mercoledì 11 luglio con Koch Media a raccontare appunto di Luis e gli alieni, ovvero dell’incontro con gli extraterrestri di un dodicenne tenero e arrendevole senza mamma divenuto più o meno un fantasma per il papà, il dottor Armin Sonntag, che non fa che dormire sul divano tutto il giorno per poter stare la notte intera al telescopio e captare con tutti i marchingegni possibili qualche sentore di vita aliena nello spazio. Un po’ una fissazione da quando da bambino è stato inseguito da un’aliena cattivissima a forma di drago: lui l’ha pure disegnata ma non gli ha mai creduto nessuno, tanto meno mamma e papà… Ecco perché di tanto in tanto dà di matto ed esce in strada con il suo grosso fucile congelatore a rincorrere ragazzini mascherati da extraterrestri… Luis comunque gli vuole bene lo stesso, anche se si dimentica del suo compleanno, nonostante la torta davanti al naso che naturalmente si è fatto da solo. E anche il papà alla fine lo ama davvero, ma glielo dirà, appunto, alla fine, meglio tardi che mai…

Luis nel frattempo ne passa tante, di brutte e di buone: tra le prime c’è un po’ di bullismo da parte dei compagni di scuola, e pure il rischio di finire in un collegio per bambini trascurati gestito dall’inquietante Signorina Sadiker che ovviamente non è quel che sembra. E, a proposito: occhio pure al gelataio… Tra le seconde c’è l’amicizia con Mog, Nag e Wabo che sono davvero tanto diversi da lui e arrivano da un altro mondo ma a Luis non importa, e perché mai dovrebbe? Ed ecco sotto sotto, ma poi neanche tanto, il buon messaggio di Luis e gli alieni: non c’è ragione di aver paura di chi arriva da lontano e non ci somiglia più di tanto, che probabilmente è molto meglio di molti tra quelli che abbiamo vicino… Del resto anche Mog, Nag e Wabo si dicono felici di conoscere qualcuno di così diverso da loro come Luis, e non si tirano certo indietro per aiutarlo, non potrebbero dunque essere la sua nuova famiglia? Certo, il fatto che la cosa che li ha affascinati di più della Terra, che loro chiamano Tierra, tanto da portarli fin qua da noi, sia stato un materassino massaggiante visto in una televendita non è che sia poi molto gratificante…