L’Oriana: stasera e domani su Rai1 il biopic di Oriana Fallaci con Vittoria Puccini

di Patrizia Simonetti

Firenze, 2000. Oriana Fallaci racconta la sua vita a Lisa, giovane archivista e aspirante giornalista pure lei che l’ammira e adora come una dea. Un personaggio inventato, un espediente per far andare avanti e indietro la storia della giornalista-scrittrice fiorentina e rivelarne subito il carattere ispido che “per fare una buona intervista devi essere spietata” le dice. Per il resto L’Oriana, stasera e domani su Rai 1 , è tutto vero.

“Abbiamo attinto fondamentalmente dalle sue opere che sono poi la sua vita – spiega il regista Marco Turco – perché una delle caratteristiche di Oriana Fallaci è l’aver raccontato il ventesimo secolo raccontando la sua vita e inventando il suo modo personale di fare giornalismo in un periodo in cui per una donna era un mestiere molto difficile”.

VITTORIA PUCCINI 5Prodotto da Fandango TV e RAI Fiction e scritto da Stefano Rulli e Sandro Petraglia, L’Oriana vede protagonista un’altra fiorentina nonché musa di Turco, Vittoria Puccini, che in comune con la Fallaci ha in effetti ben poco:
“giusto Firenze e la faccia – ci dice l’attrice – perché lei era una donna difficile con cui era difficile avere a che fare, dura e spigolosa, ma molto affascinante”.

Anche lei ci sembra un po’ vittima di quel fascino…

“Sì e soprattutto mi affascina questa sua contraddizione tra un desiderio di diventare madre e costruirsi una famiglia e la reale impossibilità di farlo perché voleva dedicare la vita al suo lavoro, senza però negarsi passioni intense, struggenti e faticosissime con gli uomini della sua vita. E ammiro il suo coraggio che l’ha vista mettere a rischio la sua stessa vita per andare nei posti caldi a documentare ciò che accadeva”.

Diretta nelle sue domande come quando nel 1954 chiede a Gina Lollobrigida se non fosse “immorale prendere milioni per un film?”, così come nelle altre sue interviste ad attori e registi in quel paese chiamato America con il quale fu subito amore. Ma poi basta perché lei vuole parlare di donne e girare il primo reportage sulla condizione femminile nel mondo e per farlo “ho solo bisogno di un biglietto aereo lungo come una fisarmonica” dice al capo.
In Pakistan però non riesce neanche a parlarci con una donna, finché non si imbatte in un triste matrimonio combinato, con la sposa che piange sotto il velo perché non lo conosce lo sposo e “come ti sembra?” le chiede, e lei scrive del burka come di una prigione e che “nel regno sterminato dell’Islam le donne valgono meno di un cammello”.

S.FREISS e V. PUCCINIPoi a Saigon in piena guerra del Vietnam dove “le ragazze fanno affari d’oro con i soldati” le spiega Francois Pelou (Stephane Freiss) della France Press e sarà uno dei suoi grandi amori, ma poi “il finale – racconta a Lisa – non fu all’altezza della storia, lui non lasciò la moglie e io le spedii tutte le sue lettere e non mi pento”. Stare ai margini non le basta così va al fronte con le pillole per l’acqua, l’elmetto e tutto il resto, a scrivere in trincea dei soldati americani come Harry, “volontario del cazzo” dice di se stesso, che si è pentito ma è troppo tardi, e ci riesce a intervistare i tre Viet Cong prigionieri del generale Loan, due sono donne e una le dice che ha un figlio di un anno che le manca. E all’orfanotrofio dove i maschietti non si possono adottare che saranno dei soldati, le dicono le suore mettendole in braccio una bambina dopo l’altra sperando che se le porti via.

Nel 73 è in Grecia a intervistare Alexandros Panagulis (Vinicio Marchioni), poeta greco rivoluzionario appena scarcerato dopo 5 anniVINICIO MARCHIONI 2 di torture per un attentato fallito contro il regime dei colonnelli e il dittatore Papadopoulos e “sono più le volte che è sgarbato, oppressivo e litigioso di quelle in cui si mostra cordiale e affettuoso” scriverà di lui in Un uomo, lui che quasi gli dà un figlio di cui si accorge a Hong Kong e “stanotte ho saputo che c’eri, una goccia di vita scappata dal nulla” leggeremo nella Lettera a un bambino mai nato. Perché quel figlio lo perde scoprendo il tradimento del suo uomo, ma non lo lascia fino a che lui non muore perché “lo avevo amato come non avevo mai amato nessuna creatura al mondo e come non avrei mai amato nessuno”.

VITTORIA PUCCINI 11Si deve vestire di nero e coprire la testa per intervistare l’imam Komehini nel settembre del 79 in Iran “ma perché – gli chiede infervorata – le donne devono portare il chador anche al mare, ma come si fa a nuotare con il chador?” e “il chador è per le donne perbene” risponde l’Imam.

E poi a fare i conti con il cancro, di cui parla pure in televisione e “io la morte la odio – rivela – la morte è uno spreco, amo la vita disperatamente”. Poi il silenzio fino all’11 settembre che le scatena quella “rabbia, fredda, lucida e razionale” contro l’Islam. Lei sta a New York quando accade e “qui è in atto una guerra di religione che chiamano Jhiad e che se non ci si oppone, se non si combatte, vincerà e distruggerà il mondo” scrive in un articolo che diventerà bandiera, che susciterà polemiche, come i suoi discorsi sulla società occidentale incapace di difendersi, quelli che riaffiorano di tanto in tanto a giustificare la paura e l’odio, come in questo nostro post-Parigi a definirli “profezie”.

Ma perché non ce n’è traccia nella versione cinematografica passata nelle sale il 2 e il 3 febbraio?

“Non volevamo entrare nell’ambito delle polemiche perché non compete a un film – ci risponde Turco – abbiamo quindi raccontato solo ciò che lei ha detto e credo che, soprattutto alla luce di quanto è accaduto a Charlie Hebdo, la cosa importante è che ognuno deve avere il diritto di dire quello che pensa, anche se può essere considerato un estremista”.

Nella versione televisiva più lunga però c’è qualcosa in più a riguardo

“Sì, c’è una scena in cui raccontiamo la contraddizione finale della Fallaci in cui interagiscono una lei giovane e una lei anziana, in cui la prima chiede all’altra: ‘ma come fai a dire che i musulmani sono tutti terroristi? Sembri più integralista degli integralisti’. Ma anche lì non ci siano inventati niente, abbiamo preso la scena dal suo ultimo libro in cui intervista se stessa”.

Leave a Comment