C’è un uomo di una città di provincia che vive in una specie di gabbia dorata, quella del suo ristorante dove si mangia bene e si spende il giusto. Guarda spesso fuori, ma non vede ciò che c’è realmente. Il suo modo di vivere la vita nonostante tutto, è quello: sorridere, ad esempio, quando dalla vetrina del locale il suo guardo si imbatte su un gruppo di ragazze in divisa che danzano con il cerchio, e nulla di più. Ma quel nonostante tutto una mattina prende forma e si incarna in una giovane donna emaciata e affamata, ma al tempo stesso forte nello spirito e nella sua dignità. Gli chiede un lavoro, ne ha bisogno, è sola. Ma lei, quando guarda fuori, soltanto una cosa non riesce a vedere: il futuro che non c’è. L’Ombra del Giorno è il nuovo film di Giuseppe Piccioni che ci riporta al periodo più oscuro e assurdo della nostra storia.
È il 1938, anche ad Ascoli Piceno c’è il fascismo, scocca “l’ora delle decisioni irrevocabili” gracchia forte il megafono in piazza, arrivano cioè le leggi razziali, soffiano venti di guerra e mentre lei, Anna, si ritrova nel bel mezzo dell’orrore ma non perde il suo carattere deciso e il suo sguardo lucido su un mondo che non è più lo stesso, lui, Luciano, fascista e amico di fascisti che contano, che prova a crederci alle cose belle di quegli anni “sentite al cinegiornale”, e che per lui è normale che “chi si nasconde ha fatto qualcosa di male”, si lascia lentamente demolire nel profondo delle sue convinzioni che poi così radicate non sono. “Non c’è niente di fascista in quello che fai” gli dirà un giovane francese nel corso della storia. E “se un fascista non fa niente di fascista non è un fascista” sottolinea nella nostra videointervista Riccardo Scamarcio che in questo film, che ha voluto anche produrre, interpreta Luciano, mentre Benedetta Porcaroli dà vita ad Anna, poi (e anche prima) Ester. E sono entrambi perfetti. Coppia anche nella vita, un amore il loro nato proprio sul set de L’Ombra del Giorno, riescono a fondere meravigliosamente i loro sguardi e a far emergere dai loro alter ego, in un’interazione che è fisica ed emotiva, tutto ciò che Luciano e Anna, protagonisti di una storia inventata ma che potrebbe anche essere stata vera, sono realmente. Entrambi, l’uno per l’altra e per se stessi.
“Anna è molto coraggiosa – ci racconta Benedetta Porcaroli nella nostra videointervista – e fa aprire gli occhi a quest’uomo che invece ha perso la speranza nel bello della vita e che si è chiuso dentro questo posto. Non porta una bandiera ma porta una rivoluzione, suo malgrado”. “Luciano è un uomo che ha fatto la prima guerra mondiale, è stato decorato, ferito e ha rischiato di morire, e tornato dall’altra parte si è rimesso a lavorare – ci spiega Riccardo Scamarcio – L’arrivo di questa giovane donna sconvolgerà la sua vita in senso positivo, però lo metterà anche in serio pericolo”. Anna infatti ha un segreto, e in quegli anni mantenere in segreto poteva salvare molte vite. L’Ombra del Giorno, “è un film per tutti noi” dice Giuseppe Piccioni che nella nsotra videointervista spiega: “a volte raccontiamo storie per un bisogno insopprimibile di parlare dell’oggi, e questa storia diventa una metafora più che un compendio di storia del fascismo: ambientata in provincia, in un luogo chiuso con un affaccio sul mondo, mi sembrava che desse ancora di più la possibilità di porre una domanda: dove sono gli uomini e le donne di questo paese, che peso hanno sulle scelte importanti?”
Attraverso una grande storia d’amore, L’Ombra del Giorno racconta dunque i paradossi di un’epoca e di un’umanità che sembrava non avere più sentimenti umani, avvicinandosi per certi versi ad alcuni aspetti, o meglio, ad alcune preoccupanti pieghe, che sta prendendo anche la nostra. Un modo diverso di raccontare l’orrore che avanzava allora e che certo si percepiva, anche se la maggior parte di quella umanità fingeva di non accorgersene. Per tutto il film la tensione che sale si tocca invece con mano e passa sulla pelle dello spettatore, come se il tempo accelerasse portando tutti verso un baratro da cui sarà difficile risalire. Non c’è violenza fisica esplicita, ma è tutto molto chiaro ed evocativo, come il bambino nella piazza deserta che con la maschera antigas sul viso che alza il braccio teso, poi si toglie la maschera e lo mostra a tutti che in fondo è solo un bambino. Così come emblematica e drammatica la scena in cui Anna si sostituisce a Luciano in una toccante dichiarazione d’amore a se stessa che lui sottoscriverà semplicemente con un “annuire disarmato”. E così come è forte e delicata al tempo stesso la visione del professore, anziano habitué del ristorante di Luciano, quando al giovane cameriere dice che “disobbedire a una legge sbagliata è un obbligo”, figura emblematica, simbolica, di chi non accetta e paga per la sua decisione di non farlo, magistralmente interpretata da Antonio Salines che non c’è più e al quale il film, bellissimo, è stato dedicato.Plauso al resto del cast che comprende Lino Musella, Vincenzo Nemolato, Waël Sersoub, Valeria Bilello, Sandra Ceccarelli e al suo esordio cinematografico Costantino Seghi. L’Ombra del Giorno è al cinema da giovedì 24 febbraio (QUI la videosintesi della conferenza stampa).
Le nostre videointerviste a Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli, e al regista Giuseppe Piccioni: