Lockdown all’italiana: videointervista a Enrico Vanzina, Ezio Greggio, Martina Stella, Paola Minaccioni, Ricky Memphis

di Patrizia Simonetti

Giovanni fa l’avvocato, è ricco e sua moglie Mariella ne è felice, anche se pure lei ha soldi di famiglia e infatti vivono nella sua grande casa nel centro storico di Roma: lei si fa costosi regali da sola, piange perché il governante filippino torna a casa per un mese di vacanza, si mantiene in forma con la cyclette, mentre Giovanni, beh, la tradisce con Tamara, lei lo scopre e lo sbatte fuori casa. Cioè, lo sbatterebbe fuori casa, solo che è marzo del 2020, fuori c’è il Covid che fa strage e scatta il lockdown. Quadro simile a casa di Tamara che vive, ma in un piccolo appartamento di periferia, con Walter che fa il tassista, e a quanto pare guadagna poco, per fortuna lei lavora al supermercato e uno stipendio a casa lo porta. Più quello che le regala Giovanni, ovvio. E quando Walter lo scopre, la caccia di casa. O meglio, la caccerebbe se potesse, ma non può perché c’è il lockdown. Lockdown all’italiana racconta di due coppie scoppiate costrette a vivere insieme da qualcosa che è più grande di loro, e racconta la grande serrata sulle ali della commedia, ali leggere, divertenti, e a tratti amare. Ma non offende nessuno. E poi è davvero d’altro che dovremmo scandalizzarci in merito al Coronavirus…

Lockdown all’italiana, in sala da  giovedì 15 ottobre, è la classica commedia vanziniana e infatti alla regia c’è Enrico Vanzina, perlatro al suo esordio dietro alla macchina da presa, che l’ha pure scritta mettendoci dentro davvero tutto: la bandiera italiana, le mascherine, le file al supermercato – anche se solo evocate – , l’escamotage del cane per avere il permesso di uscire, anche se di peluche, il cibo a mo’ di consolazione e scaccia noia, lo smart working in mutande, il dramma della ricrescita per le donne che i parrucchieri sono chiusi e le profumerie pure, tutto; però non ci sono bambini e, per fortuna, ci risparmia le cantate sui balconi.

Il cast è perfetto. Lockdown all’italiana riporta al cinema Ezio Greggio, che interpreta Giovanni, e che a dicembre rivedremo a Striscia La Notizia assieme a Enzo Iachetti; c’è Paola Minaccioni (in sala anche in Burraco Fatale) che è Mariella, e anche la cosceneggiatrice del film assieme allo stesso Enrico Vanzina; c’è Martina Stella che è Tamara, bella, giovane, l’amante perfetta; e c’è Ricky Memphis (al cinema anche in Divorzio a Las Vegas) che è Walter, che oltre alle corna rimedia pure un paio di ceffoni. E ci sono pure con dei camei Riccardo Rossi, Biagio Izzo, Maurizio Mattioli, Fabrizio Bracconeri, mentre Maria Luisa Jabobelli è la bella della porta accanto, anzi, del piano di sotto. In Lockdown all’italiana tante citazioni/omaggio, e autocitazioni, da Alberto Sordi a Vittorio Gassmann, da Al Pacino agli stessi Vanzina con Sapore di mare. Ma quella più colta di tutte è quella che segue i titoli di testa ed è firmata Jacques Prevert: “bisogna tentare di essere felici – recita – non foss’altro che per dare l’esempio”.  Ma la domanda è: davvero il lockdown ci ha cambiati? E se sì, in meglio o in peggio? E i protagonisti del film cambiano oppure no? E se sì, come? Ne abbiamo parlato con regista e cast, ecco dunque la nostra videointervista a Enrico Vanzina – che qui ha modo di prendersi la rivincita sulle critiche a priori del suo film – Ezio Greggio, Martina Stella, Paola Minaccioni e Ricky Memphis: