Ligabue presenta il nuovo album 7 e la raccolta 77+7 per i 30 anni di carriera

di Patrizia Simonetti

Un album di inediti e una raccolta, tutto in un colpo solo per Luciano Ligabue, fuori venerdì 4 dicembre con 7, con sette pezzi nuovi di zecca, e con 77+7 (tutto Warner Music Italy) dove troviamo sia quelli che i settantasette singoli di grande successo del rocker di Correggio, rimasterizzati, che hanno fatto la sua storia musicale e che, facendo una media veloce, sarebbero più o meno un singolo ogni cinque mesi. Il tutto a celebrare i suoi primi trent’anni di carriera e anche la ritrovata collaborazione con Fabrizio Barbacci con il quale Ligabue ha prodotto i pezzi nuovi e rimasterizzato quelli old.

C’è anche un libro, È andata così (Mondadori), scritto con Massimo Cotto, il sesto per Ligabue, tante immagini, ricordi e riflessioni, aneddoti e retroscena, dove spiega anche perché “è andata così” e racconta quando invece pensava “farò così” citando Sean Penn in This Must Be the Place di Paolo Sorrentino: “durante il promo lockdown – racconta Ligabue in conferenza stampa – scrivevo un capitolo al giorno con Massimo Cotto, e in quel momento così terribile è stato un salvagente emotivo per me, ero con la testa su ogni emozione rivissuta e ci finivo dentro, anche nei momenti di crisi che ci sono stati, è un libro pieno delle emozioni che via via scaturivano giorno per giorno”.

Anche i sette brani inediti di 7 arrivano dal passato, per la precisione da appunti, accenni, provini ritrovati da Ligabue nel corso del lockdown, da quel rovistare, quando non hai nulla di meglio da fare, tra i cassetti e gli scaffali, e capita di trovarci embrioni di canzoni come La ragazza dei tuoi sogni, Mi ci pulisco il cuore, Si dice che, Un minuto fa, Essere umano, Oggi ho perso le chiavi di casa e Volente o nolente feat. Elisa, nuovo singolo già in radio e in digitale con tanto di videoclip.

Questo è stato un anno particolare anche nella sua tragicità – dice Ligabuevolevo fare tanto per festeggiare questi trent’anni, ma non abbiamo potuto fare il concerto, la cosa su cui punto sempre, e allora, se non altro, costretti a fermarci, abbiamo guardato al passato, ed è stata la mia rima volta in trent’anni, ed è venuta fuori questa voglia di raccontare la mia storia attraverso i miei occhi con il libro. Ed è stato quasi magico vedere quanti dischi sono usciti in questi anni e che sono esattamente 77, mentre le canzoni spuntate dal passato anche se in realtà nuove sono esattamente 7, e sette è il mio numero preferito da sempre, quello che torna nel numero delle lettere del mio nome, del mio cognome, e in molto altro”.

Musica che sostiene quella di Ligabue, tira su il morale, questo almeno nel suo intento: “anche altre mie vecchie canzoni hanno trasferito conforto in chi le ascoltava, soprattutto quando sentiamo che tutti passiamo in determinati passaggi e che questi passaggi prima o poi finiranno, ma ‘niente paura’ in questo momento è un proclama troppo sfacciato, dobbiamo quanto meno essere preoccupati e gestire l’emergenza tenendo botta, cercando di non beccare il virus e di non contagiare altre persone. Al tempo stesso resta il fatto che dobbiamo anche imparare a non avere paura più di tanto perché rischiamo di avere paura del futuro, dei problemi economici, del fatto che il virus non passi più, dell’efficacia dei vaccini, ma noi non siamo in grado di gestire quelle cose, ne siamo semplici spettatori, dobbiamo solo pensare positivo”.

Poi racconta così la genesi delle sue sette perle: “La ragazza dei tuoi sogni era una demo che non mi aveva mai convinto nel testo, e sono finalmente riuscito a trovare una nuova chiave con il testo e una cosa che mi soddisfacesse dal punto di vista sonoro. Mi ci pulisco il cuore, visto il titolo sfacciato e divertente, sono partito da lì con un ritornello che mi sembra abbia una sua attualità. Si dice che è una sequenza di frasi fatte dette da chi pensa tutto e il contrario di tutto, molte delle quali non mi vedono affatto d’accordo; contiene il basso di Luciano Ghezzi che ci ha lasciato a inizio ottobre a soli 56 anni, era in un cosiddetto provinaccio fatto per divertimento, e non essendo riusciti a trovare un bassista nuovo con il suo  stesso piglio, abbiamo fatto l’impossibile per recuperare quella traccia di basso e l’abbiamo inserita in una canzone con testo e musica completamente nuovi, rendendola un omaggio. Un minuto fa ha una storia: la prima versione l’avevo scritta per Buon compleanno Elvis, se uno ascolta Leggero sente che si fa menzione a una certa Key, ma non l’ho mai usata, poi è diventata ‘Key è stata qui’ con un’altra musica ed è finita in Miss Mondo, quindi la musica originale realizzata con La Banda è quella su cui ho scritto Un minuto fa che racconta di una relazione che agli sgoccioli… Il pezzo più rock è Essere umano, da una vecchia demo con il suono attualizzato che tratteggia vari stati d’animo dell’essere umano ma con un ritornello invece più scanzonato. Oggi ho perso le chiavi di casa parte proprio da questa frase, mi succedeva continuamente e realmente con tutti i problemi che questo comportava, ma in realtà è una metafora per dire che ogni tanto uno perde se stesso ma c’è sempre un modo per ritrovarsi. Nel cassetto ho ritrovato anche Volente o nolente registrata nel 2006 con Elisa nello stesso pomeriggio in cui registrammo ‘Gli ostacoli del cuore’: parla di due persone costrette a stare lontane l’una dall’altra e si lanciano una serie di desideri naif, candidi, con un forte bisogno di saper sperare; mi sembrava che c’entrasse con il nostro periodo, soprattutto per quei desideri così candidi cantati da Elisa con quella performance piena di candore che li rendeva credibili, così abbiamo montato tutta la canzone attorno alla sua voce”.

E se tutto andrà come dovrebbe andare e come tutti noi ci auguriamo, alle celebrazioni per i trent’anni di musica di Ligabue si aggiungerà anche un live in data unica intitolato 30 anni in un (nuovo) giorno, già rimandato per il Covid e riprogrammato per il 19 giugno ad inaugurare la RCF Arena di Reggio Emilia (Campovolo), già sold out ovviamente…“ Mi costa pensare che avrà luogo, con tutti i se del caso, tra così tanti mesi – chiude Ligabuema sono convinto che quando sarà, tra la rabbia e la frustrazione da sfogare e la gioia che proveremo con un senso di liberazione da un’oppressione che sentiamo addosso e che andrà oltre l’evento, ho l’impressione che il concerto per me sarà quasi insostenibile, ma lo scopriremo solo vivendo”.