Le otto montagne con Alessandro Borghi e Luca Marinelli. Videoincontro

di Patrizia Simonetti

Le otto montagne sono quelle che, con gli altrettanti mari, circondano il Sumeru, e cioè la montagna più alta. Così si dice in Nepal, e più o meno nella cosmologia buddhista, che sia fatto il mondo; e la domanda è: chi ha imparato di più, chi ha visitato le otto montagne o chi ha raggiunto la vetta del Sumeru? A rispondere saranno Pietro e Bruno, i protagonisti del film Le otto montagne che, a sette anni da Non essere cattivo di Claudio Caligari, rimette insieme Luca Marinelli e Alessandro Borghi, amici nel film e nella vita.  

Tratto dal romanzo Premio Strega 2017 di Paolo Cognetti, e diretto da Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, Le otto montagne racconta difatti soprattutto la storia di un’amicizia, quella tra due bambini, poi uomini, così diversi tra loro eppure così legati da restarlo per tutta la vita. Che sembra volerli allontanare a tutti i costi. Un’amicizia vera, concreta, invidiabile per la maggiore parte di noi, costruita insieme come una casa di legno in mezzo alle montagne che d’inverno si riempie di neve, ma dentro c’è il fuoco che ti scalda il cuore.

Pietro (Luca Marinelli) vive a Torino e d’estate va in vacanza con la madre, e un po’ anche con il padre, sulle montagne della Val D’Aosta. Bruno (Alessandro Borghi) invece tra quelle montagne ci vive. Ama il suo villaggio, i suoi animali, mungere le mucche e pascolarle. E ama, ricambiato, anche Pietro con cui trascorre più di un’estate, finché suo padre non lo porta via per paura che quella famiglia di cittadini lo porti via a lui. Ma qualcosa si è impiantato nel cuore dei due ragazzi, e anche se non si incontreranno più per anni, sono destinati a ritrovarsi, per rischiare di perdersi e poi ritrovarsi ancora. Fino alla fine. E mentre Pietro esplorerà tutte le otto montagne e gli otto mari del mondo per poi trovare il suo posto in Nepal, Bruno resterà ancorato per sempre al suo sumeru.

Questa è una storia di amicizia, ma l’abbiamo trattata come una storia d’amore – spiegato i due registi, coppia anche nella vita – Siamo amici, amanti, compagni di vita e insieme genitori di un figlio. Sviluppare questo film ci ha permesso di esplorare tutti i processi dei nostri protagonisti: crescere, scoprire l’amicizia, perderla, tagliare i ponti con le proprie famiglie, ritrovarsi, concepire il perdono, accettare le scelte dell’altro, affrontare la morte e arrendersi a ciò che è la natura della vita. Volevamo un film epico raccontato da piccoli gesti. Un’ode alla fragilità e alla forza di ogni singolo essere vivente, che sia uomo, animale, pianta o montagna. Senza il minimo cinismo. Abbiamo esplorato i meccanismi della memoria, scoperto come fatti apparentemente trascurabili avvenuti negli anni della crescita, chissà perché, si rivelano poi difficili da scrollarsi di dosso e si ingigantiscono nel corso degli anni“.

Le otto montagne, al cinema da giovedì 22 dicembre,è un film intenso girato, curiosamente in 4/3, tra le Alpi e l’Himalaya, e interpretato con naturalezza e passione dai due protagonisti. Nella lunga storia che va dalla loro infanzia all’età adulta, si toccano molti altri temi, sempre legati all’intimo e alle relazioni. Il ruolo del padre, ad esempio: Pietro non è mai andato d’accordo con il suo, per scoprire poi che, senza saperlo, lo aveva condiviso proprio con Bruno, e dunque ritrovandolo, sull’ombra del rimorso e della nostalgia, ripercorrendo quei passi che lui si era perso.

E se la montagna è la terza protagonista del film, la natura è ciò che lo pervade. Ma, attenzione: natura è una parola astratta, ammonisce Bruno, un po’ come mangiare l’aria. Bisogna parlare di ciò che possiamo indicare e utilizzare, come il sentiero, gli alberi, le montagne… ed è un po’ ciò che dimentichiamo di fare quando parliamo astrattamente di salvaguardia della natura, mentre dovremmo andare un più sul concreto.

A completare il cast Filippo Timi e Elena Lietti nel ruolo dei genitori di Pietro, e Elisabetta Mazzullo in quelo della donna che sembrerebbe dividerli, ma così non sarà. Bravissimi anche i giovani attori che hanno dato vita a Pietro e Bruno da bambini e poi da adolescnrti, che sono Lupo Barbiero e Cristiano Sassella, Andrea Palma e Francesco Palombelli. Ecco dunque il nostro videoincontro con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Filippo Timi, Elena Lietti, Paolo Cognetti, Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch:

Le foto a registi e cast sono di Angelo Costanzo