Le Confessioni, parla Connie Nielsen: è un film che pone domande esistenziali

di Patrizia Simonetti

“Un film non polemico che pone domande esistenziali e con un senso dell’umorismo speciale”. Così Connie Nielsen definisce Le Confessioni, il nuovo film di Roberto Andò di cui vi abbiamo già parlato in occasione della presentazione (qui le nostre videointerviste al regista palermitano e a Pierfrancesco Favino) da oggi, 21 aprile, in sala, film dove “si scontrano due idee del segreto – dice Andò – quella ineffabile e arbitraria del potere economico e quella che, attraverso il segreto, difende il diritto a un’umana difesa della propria libertà e del proprio spazio in cui essere liberi da tutti, lo spazio della coscienza”. A Connie Nielsen Roberto Andò ha affidato una parte complessa e fondamentale nello svolgersi della storia.

Danese, cresciuta in patria in un villaggio mormonico, poi Parigi, Roma, Milano – infatti parla perfettamente l’italiano – e infine San Francisco dove vive tuttora, di cinema alle spalle Connie Nielsen ne ha parecchio – nel 91 il suo esordio sul grande schermo di casa nostra in Vacanze di Natale – da L’avvocato del diavolo al discusso Nymphomaniac, fino a Wonder Woman di Patty Jenkins dove la vedremo presto nelle regali vesti della regina Ippolita madre di Diana, anche se in Italia la conosciamo soprattutto per i suoi ruoli televisivi in serie come Law and Order, The good wife e The Following. Ne Le Confessioni Connie Nielsen interpreta Claire Seth, una scrittrice di libri per l’infanzia molto ricca, molto famosa e molto bella, eppure inaspettatamente fragile e vulnerabile, testimone attiva, suo malgrado, di quanto accade alla vigilia del G8 di Heilingendamm – dove peraltro nel 2007 se ne svolse davvero uno – con un rapporto particolare sia con la rockstar impegnata nel sociale Michael Wintzl (Johan Heldenberg) che con Roberto Salus, il monaco italiano interpretato da Toni Servillo. Le abbiamo chiesto cosa l’ha spinta ad accettare questo ruolo e questo film:

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