L’amore che ho: videointerviste a Carmen Consoli, Donatella Finocchiaro, Lucia Sardo, Anita Pomario, Tania Bambaci, Vincenzo Ferrera

di Patrizia Simonetti

Rosa Balistreri ha avuto una vita d’inferno. La racconta ne L’amore che ho un regista sensibile come Paolo Licata (Picciridda), costretto a scegliere tra tante cose, agite e subite, della sua esistenza. Ad interpretare Rosa nelle diverse fasi della sua vita sono Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro e Anita Pomario. Sua figlia Angela è interpretata da Tania Bambaci, suo padre da Vincenzo Ferrera, sua madre da Loredana Marino. Nel cast anche Emanuele Del Castillo, Giovanni Carta, Marta Castiglia, Mario Incudine, Antonio Randazzo, Katia Greco, Maziar Firouzi, Anna D’orsa, Martina Ziami. Su tutto, lo sguardo e l’orecchio attenti e appassionati di Carmen Consoli per la quale la cantatrice Rosa Balistreri è stata ispirazione e musa: la cantantessa è autrice della colonna sonora del film, ha una piccola ma importante parte nel ruolo di Alice e, soprattutto ha fatto sì che le tre attrici che la intepretano potessero cantare le canzoni di Rosa. 

Nata nella poverissima Licata del 1927, ha cominciato subito a prendere botte dal padre che, ancora bambina, la portava a lavorare nei campi sotto caporalato per poi costringerla a sposare un mezzo parente, un uomo pazzo e violento che ha dovuto quasi ammazzare per difendere sé stessa e la loro neonata, finendo in carcere. Il suo amore, invece, si chiamava Angelino, un ragazzo dolce e mite che l’avrebbe resa felice. Ma felice Rosa non è mai stata, se non, forse, quando cantava, e cantava di lavoratori sfruttati e di donne abusate, l’umanità più debole e fragile da cui veniva.

Non un racconto lineare, ma a sbalzi temporali dove conosciamo una Rosa giovanissima ma già battagliera e ribelle, una Rosa che capisce subito che dovrà difendersi e che scopre un amore per la musica per il quale combatterà come per tutto il resto, ma che alla fine sarà un tutt’uno con lei. Ma prima, e poi durante, incontriamo anche la Rosa del rimpianto, anziana ma ancora forte nello spirito, che vuole recuperare a tutti i costi l’amore di sua figlia che non conosce la storia di sua madre, e ha vissuto logorata da un senso di abbandono, solitudine e di un’infantile ricerca d’amore che, come in un drammatico loop che si ripete, si rivela violento anche con lei. E tra l’una e l’altra, a più riprese apparentemente disordinate, incontriamo anche la Rosa del successo, quella del suo periodo d’oro: la sua musica conquista tutti, la sua fierezza e il suo coraggio affascinano uomini d’arte come Renato Guttuso, Dario Fo, Andrea Camilleri, Manfredi Lombardi. Ma perde l’amore di sua figlia. 

L’amore che ho, al cinema giovedì 8 maggio, è un film imperdibile per conoscere una donna che è tutte le donne, quelle di allora e quelle di oggi, troppo spesso ancora sfruttate, abusate, uccise. Un film che ha acceso la discussione anche in conferenza stampa dove ognuno ha portato qualcosa di personale: i femminicidi che hanno sconvolto sia la famiglia di Lucia Sardo che quella di Vincenzo Ferrera e il peso che hanno caricato sulle loro vite; il senso di non libertà e di paura che Anita Pomario prova, ma non vorrebbe farlo, quando è sola in giro di sera;

la consapevolezza di Donatella Finocchiaro che la lotta alla violenza sulle donne cominci inevitabilmente dall’educazione dei bambini; la passione per la musica del regista ereditata da un padre direttore d’orchestra e da una madre pianista, che porta nel suo cinema e, in questo caso, nel suo film scandito dal ritmo. E l’ammirazione di Carmen Consoli per la grande rivoluzione di Rosa, nata da una cultura conquistata che si fa evoluzione. Le nostre videointerviste a Carmen Consoli, Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro e Anita Pomario, Tania Bambaci, Vincenzo Ferrera, e il videoincontro con Paolo Licata:
















  Le Foto sono di Angelo Costanzo