La commedia di Gaetanaccio con Giorgio Tirabassi, videointervista

di Patrizia Simonetti

Due anniversari che si incontrano sul palcoscenico: i 100 anni del Teatro Eliseo di Roma e i 40 de La commedia di Gaetanaccio, capolavoro di Luigi Magni che vide regista e protagonista Gigi Proietti e che torna in veste rinnovata con la figlia Carlotta e con Giorgio Tirabassi nei panni del protagonista, la regia di Giancarlo Fares, e con le musiche originali degli stessi Magni e Proietti e di Piero Pintucci riarrangiate da Massimo Fedeli ed eseguite dagli stessi musicisti in scena come in un sogno o in una favola. Martedì 19 febbraio la prima nazionale dello spettacolo all’Eliseo, dove resta in scena fino al 10 marzo, e dove abbiamo incontrato Giorgio Tirabassi: “adoro e adoravo sia Proietti che Magni per cui quando mi è stato proposto sono stato felicissimo perché sono molto legato a quello spettacolo che ho visto quando avevo diciotto anni – ci rivela nella nostra videointervista – anche se so che sarà una cosa abbastanza impegnativa, con questo  ruolo da straprotagonista… cercherò di restituire ciò che c’è in questo testo….

Siamo nella Roma papalina, il popolo si lascia soggiogare dagli abusi del potere e anche Gaetanaccio, spavaldo e un po’ gradasso, deve fare i conti con il compromesso e con il bastone. Innamorato di Nina (Carlotta Proietti), attrice in cerca di fama, condivide con lei sorte e malasorte. Il timbro inconfondibile di Luigi Magni mette assieme una Roma dove vivono e convivono amore e cinismo, ironia e poesia. “Lo spettacolo parla dell’attore e della fame – ci racconta ancora Giorgio TirabassiGaetano Santangelo (detto Gaetanaccio)  è un personaggio realmente esistito nella Roma dei primi dell’ottocento, era un burattinaio e viveva con quel poco che riusciva a guadagnare, ma lo spettacolo racconta di un periodo in cui le rappresentazioni erano vietate, e lui in questo periodo di inattività convive con la fame, finché non gli viene proposto uno spettacolo per il Papa, ma Gaetanaccio non è così convinto…

Così recita l’editto nel prologo de La commedia di Gaetanaccio: Sudditi fedeli, sete richiamati alla penitenza e al ravvedimento. Penitenza perché tutti, più o meno, avete sbajato a sottovalutà er pericolo. Ravvedimento perché, sia pure scausalmente, con atteggiamenti leggeri e permissivi, ne avete fatorito il dilagarsi. In conseguenza, è reso obbligatorio il precetto pasquale… Sono proibite alle donne le vesti attillate perché invereconde, la vaccinazione delle crature perché diabolica e l’innesto delle piante, perché alterando il disegno armonico del creato, è contronatura. Ma, soprattutto, vengono soppresse tutte quelle presunte attività culturali le quali che, quando va bene, non servono a gnente.

I personaggi della storia si fanno simili ai burattini di Gaetanaccio, la Morte compresa, e il nuovo allestimento dello spettacolo punta sul binomio tra sogno e realtà, dove l’amore, quello di e per Nina, e universale, sembra essere l’unica via di salvezza. La nostra videointervista a Giorgio Tirabassi: