Evento musicale al sapore di Sicilia quello cui abbiamo partecipato ieri al Jey Music Club di Roma con Kaballà, alias Giuseppe Pippo Rinaldi, dedicato al dialetto siciliano nella musica pop. Al suo fianco, un altro grande portavoce della cultura e della musica siciliana, Mario Incudine, e il maestro Antonio Vasta che ha accompagnato al pianoforte le sue performance live. Tra queste anche Brucia la terra, da lui scritta in dialetto siciliano nel 1990 su musica di Nino Rota per Il Padrino parte terza di Francis ford Coppola, riproposta ieri in duetto live con Mario Incudine, vera chicca della serata. Tra gli ospiti anche Francesca Alotta che ha annunciato un nuovo disco in siciliano sottolineando l’importanza del ritorno artistico alle proprie radici.
Tutti gli altri brani che Kaballà ci ha regalato, appartengono al suo primo album Petra Lavica che dopo 34 anni riesce con Warner Music Italy, in una nuova versione totalmente rimasterizzata da Tommaso Bianchi con la supervisione del produttore Rodolfo Foffo Bianchi, sia in digitale che in vinile 33 giri a tiratura limitata, con la supervisione di Paolo Corsi, il coordinamento di Mario Cianchi e la produzione esecutiva di Nuccio La Ferlita di Puntoeacapo.
Al tempo del suo esordio sul mercato discografico, Petra Lavica sfidò le convenzioni con un audace mix di rock, folk mediterraneo e influenze internazionali, cantato in dialetto siciliano, anticipando i tempi. Una vera avventura nella quale Kaballà trovò complici entusiasti come Gianni De Berardinis e Massimo Bubola, che, peraltro, coniò il suo nome d’arte. E lo staff della Emi Publishing, tra cui Antonio Marrapodi e lo stesso Paolo Corsi, e Stefano Senardi, ai tempi Direttore Generale della CGD/Warner, che ebbe da subito l’intuizione e il coraggio di pubblicare questo progetto con la a supervisione di Lucio Fabbri e il missaggio di Alberto Skizzo Bonardi. Come vi avevamo già annuciato in occasione della presentazione del film alla Festa del Cinema di Roma, quattro brani dell’album, e cioè Petra lavica, Quantu ci voli, Fin’a dumani e Sutta lu mari, sono stati inseriti nella colonna sonora del nuovo film di Luca Barbareschi Paradiso In Vendita, firmata da Kaballà e Antonio Vasta e contenente anche il brano Paroli d’amuri estratto dall’album live Astratti furori.
L’incontro è stato moderato dal conduttore di Stereonotte Duccio Pasqua ed è stato una sorta di viaggio attraverso le suggestioni della lingua siciliana quando si sposa con la musica contemporanea, l’identità culturale della Sicilia attraverso storie, suoni e riflessioni, la carriera stessa di Kaballà nel corso della quale ha pubblicato diversi album, scritto per artisti nazionali e internazionali come Eros Ramazzotti, Mario Venuti, Anna Oxa, Antonella Ruggiero, Baustelle, Irene Grandi, Nina Zilli, Alex Britti, Ron, Andrea Bocelli, Josh Groban, Placido Domingo e tanti altri, per il cinema, il teatro e per la televisione. E si è concluso con la promessa di un nuovo album pronto per il 30 ottobre. Ecco un video estratto della serata:
Le foto sono di Angelo Costanzo