Io Dio e Bin Laden, la storia vera o quasi del cacciatore di Osama

di Patrizia Simonetti

Prendi “un operaio edile part time con problemi renali e patriota americano a tempo pieno” che fa la dialisi tre volte alla settimana e adora le ali di pollo ma non le può mangiare, che spesso si droga e che a volte dorme in fatiscenti palazzi abbandonati sotto un pile stampato con la bandiera a stelle e strisce, che è logorroico almeno quanto presuntuoso anche se si definisce “il re degli asini” ma lui lo sa che è una gran bella cosa, e mandalo in Pakistan a catturare Bin Laden perché dove l’America e la Cia non arrivano, lui di certo può farlo. Lui si chiama Gary Faulkner e sì, è realmente esistito, e la sua folle storia la racconta Io Dio e Bin Laden, il film di Larry Charles (Borat, Bruno, Seinfeld) dal 25 luglio in sala con Koch Media. Ad interpretare Gary Faulkner è Nicholas Cage in un ruolo che sicuramente gli è congeniale: magari non fa ridere a crepapelle, ma è credibile e quella sua espressione facciale sempre un po’ stralunata e statica qui ci sta da Dio. A proposito: è Dio che gli assegna la missione, un Dio che somiglia più a un Cristo in realtà, che dice le parolacce e che si è proprio fissato che dev’essere lui a catturare il leader di Al Quaeda che quella cosa dell’11 settembre lui, cioè Dio, non può proprio perdonargliela. Solo che lui, sempre Dio, ha un sacco di cose da fare contemporaneamente, così ecco l’affidamento del folle compito al folle uomo. Ed ecco perché Io Dio e Bin Laden.

Ovviamente Gary Faulkner – che si è davvero recato in Pakistan per ben undici volte per cercare di assicurare Bin Laden alla giustizia – si preparerà alla missione della sua vita a modo suo, sempre spendendo un sacco di soldi, rigorosamente prestati, che andranno in fumo: comprando una barca a vela, ad esempio, che certo colerà a picco dopo aver girato in tondo anche perché lui una barca a vela non l’ha manco mai vista; poi un deltaplano fatto a pezzi per il viaggio e ricomposto all’istante, così bene da andarsi a sfracellare sulle rocce israeliane. E poi la spada da samurai… Insomma, lo spericolato e impavido Tom Cruise di Mission Impossible scompare al suo cospetto. Almeno per il coraggio. Sull’esito poi sorvoliamo…

Che dunque le sue siano solo allucinazioni dovute alla sua malattia e al crack, che sia un pazzo completo pericoloso per sé e per gli altri, che sia quel che sia, a Marci Gary va bene così: Marci è l’ex compagna di scuola della quale Gary è sempre stato innamorato senza mai confessarglielo, e neanche a lei in realtà lui dispiaceva più di tanto, e lo accetta nonostante abbia già da sé un sacco di casini, tipo la nipote disabile che ha adottato e tre lavori che alla fine a mala pena ne fanno uno. Sarà il loro amore abbastanza forte da tenerlo lontano da Bin Laden? Ma soprattutto quanto c’è di vero e quanto di inventato? In realtà non è poi così importante: se già pensi che c’è stato un folle che armato solo della sua incoscienza se n’è andato ripetutamente in Pakistan per prendere Osama, che altro si potrebbe aggiungere che sia anche solo un po’ più fuori di testa?

Ad interpretare Marci in Io Dio e Bin Laden  è Wendi McLendon-Covey, Dio è Russell Brand, i migliori amici di Gary Pickles e Roy sono Paul Scheer e Will Sasso, Denis O’Hare e Rainn Wilson interpretano due agenti della CIA mentre Osama Bin Laden è Amer Chadha-Patel.