Nato 47 anni fa a New York dove si era stabilita la sua famiglia istriana, restaurant man di successo con 25 locali in comproprietà con mamma Lidia, ma anche viticoltore, scrittore e musicista, Joe Bastianich deve la popolarità soprattutto al ruolo di giudice cattivo e lanciapiatti nella cucina di Masterchef accanto a Cracco e Barbieri. Ieri sera su Sky Uno la finale tra le polemiche della quarta edizione, con l’incoronazione del vincitore rivelato tre giorni fa da Striscia la Notizia, cioè Stefano, che “in America non sarebbe successo” dice Bastianich, e ascolti record da oltre 1 milione 460 mila spettatori medi. Chiuso quindi il pentolone del cooking show più amato e spoilerato, per lui è tempo di dedicarsi a un’altra sua grande passione: la musica. Così da mercoledì 11 marzo alle 21.10 torna su Sky Arte HD con la seconda edizione di On the Road – Joe Bastianich Music Tour, produzione originale realizzata da Todos Contentos Y Yo Tambien in esclusiva per Sky Arte, a raccontare assieme all’amico Mike Seay, batterista e chitarrista della sua band, l’Italia e la sua tradizione musicale. Al momento però è ancora in America ed è lì che lo abbiamo raggiunto al telefono.
Joe, non possiamo non chiederle se ha seguito la polemica scoppiata per la rivelazione da parte di Striscia La Notizia del vincitore di Masterchef
No, non l’ho seguita molto perché sono ancora in America e sto lavorando a diverse cose. Però devo dire che qui chiunque può dire qualsiasi cosa sul finale di uno show, tanto la realtà è quella, e qui una cosa del genere non farebbe neanche notizia.
E pensare che avevo quasi paura a chiederglielo, a Masterchef sembra così cattivo…
Io cattivo? Io non mi vedo cattivo, se tu pensi che sono cattivo è un parere tuo, quelli sono giudizi tuoi.
Insomma, i buoni non tirano i piatti, ma spero lei lo faccia solo in televisione
No, l’ho fatto anche davvero, è già successo e ti assicuro che un bel risotto caldo lanciato in testa fa male.
Ecco. Veniamo allora alla nuova, seconda edizione di On the road – Joe Bastianich Music Tour dal’11 marzo su Sky Arte. L’anno scorso si è girato Puglia, Sardegna, Campania, quest’anno tocca a Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna, a tre a tre si vuole fare tutta l’Italia?
Beh, in realtà è proprio questo l’obiettivo, fare un lavoro grande che quindi copra tutto il paese. Tre regioni alla volta, altre tre questa estate, piano piano ce la possiamo fare.
Ma come nasce la sua passione per la musica?
La passione per la musica c’è sempre stata, e siccome vivo la realtà italiana e, appunto, mi piace molto la musica, mi è venuta l’idea di fare questo racconto, un viaggio per cercare e trovare la tradizione musicale italiana e confrontarla con quella americana. Così facciamo dei contest e delle jam sessions, suoniamo con musicisti italiani e alla fine ne esce un mix tra la tradizione italiana e quella americana.
Ma la musica preferisce scriverla, suonarla o ascoltarla?
La musica mi piace a 360 gradi. Mi piace scriverla, mi piace tantissimo suonare sul palco, mi piace anche ascoltarla. Sono un fan ma amo anche l’aspetto giornalistico, quello di raccontare la storia della musica e della passione per la musica.
A proposito di musica italiana, quest’anno è stato ospite al Festival di Sanremo, ma le è mai capitato di seguirlo?
No, veramente non l’ho mai visto. Trovo che sia un fenomeno molto specifico culturalmente e abbastanza difficile da spiegare, devi andare lì per capire cos’è davvero Sanremo, devi viverlo.
Quindi ora che c’è stato, come le è sembrato?
Molto italiano. Ma anche molto bello e molto particolare.
Tra musica e cucina cosa l’affascina di più?
Io sono sempre stato un musicista nella mia vita, ho sempre messo la musica al primo posto, ma è un po’ diverso perché il cibo e il vino sono anche il mio mestiere oltre che, ovviamente, mie grandi passioni, ma la musica è un’altra cosa, una passione fondamentale, molto di cuore, diciamo. Direi comunque che come emozioni sono due cose molto viscerali che ti colpiscono veramente nell’anima, sono tra le poche sensazioni, oltre all’amore, che hanno un collegamento diretto con l’anima dell’uomo.
Un altro programma che vorrebbe fare?
Sì, ci sono altre cose che vorrei fare, ma sempre nella musica, adesso vediamo.
Nel suo libro Giuseppino. Da New York all’Italia: storia del mio ritorno a casa, scritto con Sara Porro e edito da Utet, racconta che da bambino, lei figlio di migranti italiani in America, non amava l’Italia, ma l’ha apprezzata in seguito
Io ho sempre saputo che l’Italia è stata e sarebbe stata una mia realtà, prima vista come posto di vacanza e paese di cultura, poi negli ultimi 5 anni. grazie alla mia attività televisiva, ho vissuto di più nel paese e ho cominciato a capire che potevo anche raccontarne la storia musicale. Masterchef è un programma molto impegnativo, e proprio per questo mi ha dato la possibilità di passare più tempo in Italia e di seguire sempre più progetti.
Nel libro racconta anche di averla girata tutta in macchina, ma è vero che ci ha pure dormito dentro?
Sì, quella è stata una fase tipica della mia evoluzione. Ero molto giovane e ho viaggiato da solo per un anno, un anno e mezzo. Ed è vero, mi è capitato anche di dormire nella macchina.
Perché non aveva soldi o perché era più comodo?
L’uno e l’altro.
Come vive la sua popolarità qui in Italia?
In un modo un po’ strano perché stando anche tanto in America, non vivo molto questa mia fama in Italia ogni giorno. Però mi fa tanto piacere perché gli italiani sono molto simpatici e quando ti trovi bene in un posto è bello, per cui la vivo in maniera molto allegra, direi.
Vivendo un po’ qua e un po’ là, si sarà fatto un’idea precisa delle differenze tra i due paesi, anche politicamente?
Politicamente sono e sarò sempre un americano, ma ho la grande fortuna di vivere in tutti e due i paesi e rendermi conto che ovviamente entrambi hanno sia pregi che difetti. Anche in America siamo pieni di problemi, anche se sono un po’ diversi, ma dovunque vai nel mondo trovi problemi e vantaggi.
Il suo piatto preferito?
Ce ne sono tantissimi, ma oggi qui sta nevicando tanto e io sto preparando un brasato di manzo al barolo con polenta. Oggi è questo il mio piatto preferito.