Intervista a Paola Cortellesi che è Petra nella nuova serie Sky

di Patrizia Simonetti

Paola Cortellesi torna in TV, stavolta su Sky Cinema Uno, Sky Atlantic e in streaming su NOW TV, dal 14 settembre ogni lunedì alle 21.15, con Petra, una produzione Sky Original con Cattleya e Bartlebyfilm, serie in quattro episodi che la vede protagonista nei panni del personaggio nato dalla penna di Alicia Giménez-Bartlett. Trapiantata da Barcellona a Genova, Petra Delicato è un’ispettrice della Mobile che ha sempre lavorato in archivio, ma che si ritrova improvvisamente a capo di un’indagine molto complessa e delicata, vittime alcune adolescenti tutte molto simili tra loro. Per non parlare del caso successivo che le vedrà recapitare per posta omaggi a dir poco originali. Con lei il vice ispettore Andrea Monte, interpretato da Andrea Pennacchi, un poliziotto vecchio stampo, tutto il contrario di Petra che non si fa scrupoli a infrangere qualche regola pur di risolvere il caso. E che non si fa alcun problema a chiamare le cose con i loro nomi. Petra ha due ex mariti, uno più giovane di lei che continua a girarle intorno, interpretato da Simone Liberati, e ha capito che stare da soli è meglio. O così crede. A parte il suo ragno gigante che però non parla e non pretende di essere portato in giro, è per lui che ha la casa piena di grilli… poveri grilli…  A dirigere Paola Cortellesi Petra è Maria Sole Tognazzi alla sua prima produzione televisiva, che l’aveva scelta anche per il suo primo fortunato film, Passato prossimo. Non è la prima volta che l’attrice romana si cala nella divisa di un ispettore di polizia, l’aveva già fatto in Detective per caso di Giorgio Romano, un film realizzato con tanti ragazzi disabili, dove si chiamava Ispettore Bellamore, ma Petra Delicato, beh, è davvero un’altra cosa. Ne abbiamo parlato direttamente con Paola Cortellesi

Paola, che differenza c’è tra l’interpretare un personaggio realmente esistito come Maria Montessori o, più di recente, Nilde Iotti – anche se lì non si tratta di una vera e propria interpretazione – e un personaggio che non è reale ma comunque esistente nel mondo della letteratura e quindi ben delineato e in qualche modo da rispettare: quanto puoi metterci di te e quanto no?

Su Nilde Iotti hai perfettamente ragione, più che un’interpretazione si è trattato di un’evocazione, di realmente esistiti mi è capitato di fare la Montessori e anche Baba Flores in Piano Solo, e devo dire che ti legano moltissimo, ti senti sempre di tradire la realtà, devi rispettare, soprattutto nel caso di della grande pedagogista, con mola precisione fatti, narrazione e il tipo di personaggio così come è stato descritto; nel caso della Montessori non ho avuto modo di confrontarmi con il personaggio reale come è invece stato per l’altro (la sorella di Luca Flores n.d.r.), ma anche lì hai sempre paura di tradire il personaggio. Nel caso di Petra pure, perché i romanzi di Alicia sono scritti con profondità, Petra ha una grande profondità, e c’è molto materiale che ti da la possibilità di indagare e conoscerla bene. In questo caso non rischi di tradire la realtà ma non puoi tradire il senso di questo personaggio considerando che è già conosciuto da molte persone, quindi è come se fosse vero, è nel cuore di tantissimi lettori… li abbiamo anche incontrati, mi aspettano al varco e, come si dice sempre “era meglio il libro” e questo vale per tutto, ma è vero e reale quanto gli altri, dunque l’approccio è lo stesso: portarlo sullo schermo cercando di rispettare quelle che sono le sue caratteristiche, ma mettendoci qualcosa di proprio.

Petra è meravigliosamente sboccata, come ti metti con tua figlia Laura che ha sette anni e che ti segue sempre in televisione, gliela fai vedere la serie?

No, mia figlia ovviamente non la vedrà, le ho già spiegato che non può farlo, perché non è per i bambini e lei mi ha risposto: “me lo registro, così me lo vedo tra qualche anno…” Usare comunque questo linguaggio colorito che troviamo in parte anche nei libri e potendolo fare liberamente e serenamente è stato bellissimo e anche molto divertente, soprattutto nei confronti di Pennacchi, ci tengo a dirlo…

A proposito, come definiresti il rapporto tra Petra e Antonio Monte interpretato, appunto, da Andrea Pennacchi?

Indefinibile. Non c’è un’etichetta, il loro è un rapporto che va oltre l’amicizia ma non è d’amore, direi inspiegabile. Lavorare con Andrea è stata una cosa che mi ha arricchito moltissimo, è un grandissimo attore.

E tornare a farlo con Maria Sole Tognazzi dopo aver partecipato al suo film d’esordio Passato prossimo del 2003?

Dopo tanti anni, poter lavorare di nuovo insieme è stato un bellissimo regalo per me. Mi affido a lei totalmente, mi fido, è un’ottima guida, e a volte ci sorprendiamo a pensare alle stesse cose riguardo alcune scene che dobbiamo girare, ad esempio, ed è anche capitato di scambiarci dei messaggi prima di incontrarci sul set.

Conoscevi già Petra e i romanzi di Alicia Giménez-Bartlett?

Sì e mi sono subito innamorata di Petra perché è la donna che a volte tutte noi vorremmo essere, libera, e che liberamente sceglie di essere ciò che è, fuori dagli schemi e senza alcun tipo di legame, scelte che ovviamente comportano delle difficoltà, è infatti invisa alla maggior parte delle persone che frequenta, ma è un personaggio duro, non sente il peso del giudizio degli altri, che è una cosa che riguarda le vite di tutte noi, al di là del mestiere che facciamo.

Ti è vicina o lontana?

Petra è molto distante da me, e questo è un bene quando si interpreta un personaggio, ma amo i ruoli che non mi appartengono perché è più facile trovare il modo di interpretarli e perché mi danno la possibilità di vivere in una realtà parallela o di essere, ad esempio, un’eroina. In questo caso, una donna che avrei tanto voluto essere, almeno per un po’, per vedere com’è, e no, non mi somiglia, se non nel linguaggio ironico…

 

Ph Luisa Carcavale