Inside Out: il nuovo film della Disney Pixar dove le emozioni diventano reali. Altro che Emoticon…

di Patrizia Simonetti

“Mia figlia Ellie era tutta una risata da piccola, poi improvvisamente ha compiuto 11 anni, non ci guardava più e io ero ossessionato da una domanda: a cosa diavolo starà pensando? Cosa le passa per la testa e perché è così cambiata?”. Così da buon papà ha provato a darsi una risposta e siccome il premio Oscar Pete Docter di mestiere fa il regista e lo sceneggiatore (Up, Monsters & Co.), lo ha fatto con un film ed ecco Inside Out, il nuovo della Disney Pixar che dopo il successo in quel di Cannes arriva oggi, mercoledì 16 settembre, in 700 sale italiane. Perché le emozioni, belle o brutte che siano, come Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura, hanno una loro dignità e il diritto di essere raccontate, da come nascono a come cambiano e si sviluppano, mettendocela tutta per accompagnare nella vita una ragazzina di 11 anni che di emozioni è una fucina esplosiva. E che potrebbero spiegarci, ad esempio, perché si prendono determinate decisioni e non altre? Perché ricordiamo solo alcuni eventi o persone? E pure come mai quella musichetta della pubblicità ci si ficca in testa e non ne esce più tanto da costringerci a canticchiarla?

Altro che EmoticonInside Out è “una versione pop delle teorie di Jung – spiega Docter – un viaggio all’interno della mente con al centro le emozioni, cinque esserini non facili da rappresentare perché è stata dura dare corpo a qualcosa di tanto astratto, ma che potrebbero diventare i nuovi Sette Nani”. Quando Riley nasce ecco comparire subito Gioia e sembra che le due non debbano mai separarsi ma la loro simbiosi dura appena 33 secondi, come racconta la stessa Gioia, perché nella mente della piccola si fa subito spazio Tristezza. “Siamo cresciuti tutti con i classici Disney a lieto fine – dice ancora Docter – ma la vita non è sempre così, la tristezza c’è e va affrontata e noi abbiamo voluto mostrarlo”. E poi le emozioni hanno il loro bel da fare, ognuna con il suo compito, Tristezza inclusa, che ha quello di avvisare gli altri quando la ragazzina ha bisogno di qualcosa. E se Gioia procura felicità alla bimba, Paura la protegge e la tiene al sicuro, Rabbia le garantisce il senso di giustizia, Disgusto fa sì che non venga avvelenata, né fisicamente né socialmente. E poi ci sono i ricordi base, quelli che formano carattere e personalità, e che interagiscono con le emozioni, la Memoria a Lungo Termine, il subconscio, il Quartier Generale e persino un amico immaginario di nome Bing Bong.

Tutto ha inizio quando Riley deve traslocare dal Minnesota a San Francisco perché il papà è stato trasferito lì per lavoro e lei rimane delusa. Gioia prova comunque a mantenerle alto l’umore, ma quando la maestra della nuova scuola le chiede del suo paese, ecco arrivare i ricordi e tutte le altre emozioni con tanto di lacrime: il ricordo gioioso delle sue pattinate sul lago ghiacciato è una sfera gialla luminosa che Tristezza renderà cupa con il suo tocco, e poi succederà qualcosa che qui non vi stiamo a raccontare ma che aiuterà Riley a crescere.

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