Il Traduttore, videointervista a Claudia Gerini: ho il vizietto di cambiare genere

di Patrizia Simonetti

Anna è una donna in carriera

, colta, di classe, gestisce una galleria che porta il suo nome da sposata, anzi, da vedova: Ritter. Ha infatti perso da poco suo marito, un uomo tedesco che lei non riesce a lasciar andare. Da quando è morto si è chiusa in se stessa e tiene chiusa anche la stanza di lui dove neanche sua figlia può entrare, anche se a volte la ragazzina viola il suo veto. A Claudia Gerini piace saltare di genere in genere, “ho il vizietto di farlo” ci dice nella nostra videointervista che trovate a fine articolo, dalla commedia brillante – alla quale sta per tornare con i Manetti Bros –  a quella drammatica, dal sentimentale al noir, le piace far ridere, come in Nemiche per la pelle, ma anche dare anima e copro alla donna tormentata al bivio, come ne L’esigenza di unirmi ogni volta con te. Così eccola protagonista de Il Traduttore, opera seconda di Massimo Natale che lo ha anche coprodotto con la sua Kalitera, da giovedì 26 maggio in sala con Europictures. Un film pieno zeppo di temi, dall’intergrazione all’amore, dalla ribellione alla libertà, dal tradimento all’opportunismo e all’egoismo più puro e becero, un po’ cupo nell’atmosfera e nel colore, dove tutti coloro che in teoria rappresentano il bene in realtà sono ben altro. A peggiorare le cose per Anna, infatti, proprio in seguito all’incursione della figlia tra gli scaffali di papà, il ritrovamento di un diario di lui, iniziato un po’ per caso mentre era a Praga per un impegno che supponiamo di lavoro. Per Anna è quasi un ritrovarlo e in un misto tra nostalgia, curiosità e ossessione, vuole leggerlo a tutti i costi. Solo che è scritto in tedesco. E non sarà poi un gran bel leggere. Sarà una sua amica (Silvia Delfino) a presentarle Andrei, un ragazzo rumeno di soli 22 anni interpretato dal giovane polacco Kamil Kula, che vive in Italia destreggiandosi tra diversi lavori: fa l’interprete di intercettazioni e di interrogatori per la polizia, in particolare per una poliziotta (Anna Safroncik) pronta a sporcarsi pur di fare carriera, il traduttore, appunto, di poesie rumene che l’amica di Anna, docente universitaria, vuole pubblicare, ma anche lei si scoprirà custodire un segreto, e la sera l’aiuto in pizzeria dove forse c’è il suo unico e vero amico. Ma lui aspira ad altro, lui vuole arrivare là dove soltanto una grande occasione può catapultare un ragazzo straniero e senza un soldo come lui in un mondo più alto e nobile, ed è intenzionato a coglierla anche a costo di perdere l’amore della sua ragazza che dalla Moldavia attende che lui la faccia entrare in Italia e intanto gli manda per posta la sciarpa di lana rossa con cui si erano abbracciati insieme. E quell’occasione per lui sarà proprio Anna e quel suo diario così privato, segreto e drammatico da tradurre per lei. Tra i due nascerà qualcosa che certo non sarà amore, ma gli somiglierà un po’. Ed avrà comunque suo effetto. Ne abbiamo parlato con Claudia Gerini nella nostra videointervista: