Il Teatro Eliseo alza il sipario all’insegna della solidarietà. È con l’anteprima nazionale di Americani (Glengarry Glen Ross) di David Mamet, secondo spettacolo della trilogia dedicata al grande drammaturgo statunitense apertasi lo scorso aprile con China Doll, che lunedì 26 settembre alle 20 si inaugura la nuova stagione del teatro romano riportato in vita da Luca Barbareschi, con l’intero incasso della prima serata, a poco più di un mese dal sisma del 24 agosto, devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto. Testo duro sulla competitività della società a stelle e strisce valso all’autore il premio Pulitzer nel 1984, già portato sul grande schermo nel 1992 da James Foley con Al Pacino, Jack Lemmon, Alec Baldwin e Kevin Spacey, nella sua versione italianizzata e tradotta per il teatro dallo stesso Barbareschi, Americani ruota attorno a una sfida all’ultimo contratto lanciata ai suoi dipendenti dal direttore di un’agenzia immobiliare: chi venderà di più avrà una Cadillac, il secondo un servizio di coltelli, gli altri se ne andranno a casa. “Racconta di sette personaggi, figure di poveracci che un sistema disumano creato dagli umani costringe a sgomitare per restare a galla – spiega Sergio Rubini che è regista e interprete – ed è una critica alla società capitalistica: Mamet è stato un vero profeta e io non attualizzerò la storia, ho solo scelto di trasportarla in Italia”. Sul palcoscenico Gianmarco Tognazzi, Roberto Ciufoli, Gianluca Gobbi, Giuseppe Manfridi, Federico Perrotta e Francesco Montanari, qui nella nostra videointervista:
L’iniziativa di solidarietà dell’Eliseo si ripete anche martedì 27 settembre, sempre alle 20: a sostenere le popolazioni colpite dal sisma di un mese fa, anche l’incasso dell’anteprima nazionale di American Buffalo che nell’adattamento in dialetto napoletano ad opera di Maurizio de Giovanni, chiude idealmente la trilogia dedicata dall’Eliseo a Mamet, ma apre la stagione del Piccolo Eliseo dove resterà in scena fino al 23 ottobre a riportare in teatro una commedia sul degrado sociale scritta dall’autore nel 1975 e ancora oggi attualissima: in una bottega di un rigattiere la gara tra i diversi personaggi è quella per la sopravvivenza, tra battaglie e alleanze, tradimenti e fallimenti ai quali è impossibile sottrarsi. Sul palcoscenico Tonino Taiuti, Vincenzo Nemolato e Marco D’Amore chedi American Buffalo è anche il regista, ecco la nostra videointervista a Marco D’Amore: