Un uomo tra due donne, Albertine e Yolande, l’una che lo trattiene, l’altra che lo spinge verso il mondo e la vita. L’uomo si chiama Vincenzo e dal giorno dell’incidente che l’ha resa muta e paraplegica, dedica ogni minuto della sua esistenza a sua figlia Albertine, che non a caso si chiama come La fuggitiva di Marcel Proust. Vive a Parigi, in un’antica libreria di cui va molto fiero: gli piace l’odore della carta e della stampa, cita i grandi della letteratura, da Oscar Wilde a Dostoevsky, conserva volumi preziosi, consiglia ad ogni cliente la giusta lettura, si lascia persino derubare di libri da un vecchio professore. Al piano di sopra c’è Albertine, continuamente monitorata e accudita da Gerard e Colombe, un giovane medico e una materna tata. La vita di Vincenzo è ben organizzata e scandita ogni giorno dalla medesima routine, incluso il divertente barista napoletano che ogni mattina gli porta il caffè e gli racconta storielle divertenti. E in fondo gli piace così com’è. Poi arriva Yolande, e nulla è più come prima.Irrompe all’improvviso, entrando fradicia di pioggia nella sua libreria farfugliando e gridando di aver perso il suo cane. Yolande fa l’attrice, sta facendo le prove di uno spettacolo nel teatro di fronte al locale di Vincenzo, è completamente fuori di testa, affascinante, giovane e piena di vita, e vuole portarlo fuori… Il materiale emotivo dell’uomo si risveglia ma è impacciato, confuso. Le due donne e i loro rispettivi mondi vengono poi improvvisamente a contatto, e qualcosa salta: il corto circuito è spiazzante. Vincenzo, è ancora più combattuto, quasi disperato, pronto a una rinuncia che però non vuole davvero, cede, poi non sa cosa fare, l’unica cosa che gli viene spontanea è smettere improvvisamente di assecondare Albertine che continua a non parlare e a non voler uscire, ed è probabilmente proprio quella la cosa che rimetterà a posto la sua vita.
Il materiale emotivo è il nuovo film diretto e interpretato da Sergio Castellitto, al suo fianco Matilda De Angelis nel ruolo di Albertine e Berenice Bejo in quello di Yolande. Tratto dalla sceneggiatura della graphic novel Un drago a forma di nuvola di Ettore Scola, Furio Scarpelli e Silvia Scola, riscritta da Margaret Mazzantini – la scenografia però sembra davvero uscita da un fumetto – Il materiale emotivo scava nell’intimo dei tre personaggi e pur restando quello di Vincenzo il punto di vista principale, riesce perfettamente a farci entrare nel mondo non voluto, disilluso, disperato e annichilito di Albertine, così come in quello vorticoso di parole e sensazioni che esplodono l’una dopo l’altra di Yolande. Il film si dipana come una rappresentazione da pacolscenico, con una Parigi costruita nel felliniano Teatro 5 di Cinecittà come si fa con i fondali, e aprendosi con un sipario che si apre e chiudendosi con un sipario che si chiude sulla nuova solitudine, stavolta consapevole, di Vincenzo: “l’idea della scrittura sta nella folgorazione che quella scrittura mi ha regalato e cioè quella della metafora del teatro – ci ha rivelato Sergio Castellitto nel nostro videoincontro – stabilendo una sorta di patto con il pubblico: tutto quello che questo film vi racconterà è finto. No, gli dico invece io, non è finto, è rappresentato, che è una cosa più vera del vero… l’attualità uccide, mentre la letteratura, il cinema, quando nobile, ci rende liberi ed eterni. Ciò che è rappresentato ci guarisce, ci insegna e ci accarezza molto più di ciò che ci sembra la verità”. Nel cast anche Clementino, nel ruolo del vivace cameriere, e in poco più di un cameo Sandra Milo. Presentato ieri sera in anteprima al Bifest 2021, Il materiale emotivo arriva al cinema giovedì 7 ottobre. Un film “soave” l’ha definito Sergio Castellitto nel nostro videoincontro: