Il film come terapia in ospedale: nei cinema lo spot di Giuseppe Tornatore con la musica di Claudio Baglioni

di Patrizia Simonetti

Sta succedendo qualcosa in ospedale, corrono tutti, ragazzi spingono con forza sulle ruote delle loro carrozzine, sembrano quelli di Braccialetti Rossi, infermieri e portantini portano via i degenti dalle loro stanze con le flebo attaccate e con tutti i letti e li trascinano via, “veloci veloci” dicono ma non hanno le facce preoccupate, tizi e signore in pigiama ciabattano in fretta sostenuti dai loro carrellini come grandi bambini nei loro girelli, qualcuno arriva faticosamente sulle stampelle, la corsa si snoda tra corridoi e ascensori, poi tutti verso una porta a saloon che si spalanca e una volta dentro possono finalmente fermarsi, rilassarsi, anche addentare un panino o bere un succo di frutta, sorridere, dimenticarsi per un po’ di essere lì e non a casa, di avere un problema che si chiama salute, bambini e le loro mamme assieme, malati e i loro familiari l’uno accanto agli altri: le luci si spengono, solo il fascio del proiettore ad attraversare le bocce di vetro delle flebo: comincia il film.

Commuove lo spot Medicinema: il film come terapia, da oggi trasmesso nelle 362 sale italiane di The Spacecinema con l’intenzione di espanderlo ad altri circuiti e di mandarlo poi anche in televisione, scritto e diretto dal Premio Oscar Giuseppe Tornatore con la musica di Claudio Baglioni per la campagna di raccolta fondi di Medicinema Italia, associazione no profit nata in Italia nel 2013 su un’esperienza inglese partita nel 1996, che crede nell’“utilizzo del cinema e della cultura a scopo terapeutico e come supporto psicologico al paziente nel percorso sia di degenza ospedaliera che di malattia” spiega la presidente Fulvia Salvi. Ecco dunque il progetto, ambizioso quanto innovativo: costruire la prima sala cinematografica in una struttura ospedaliera pubblica per i pazienti e i loro familiari. L’esperimento parte dal Policlinico Gemelli di Roma con la speranza che si possa poi realizzare in altri ospedali in tutta Italia.

“Tutti quelli che amano il cinema hanno capito da sempre la grande valenza terapeutica del film, una realtà che tutti hanno intuito e il fatto che loro vogliano metterla in pratica mi ha fatto subito una bella impressione – dice Giuseppe Tornatore – Abbiamo girato tutto in un solo giorno in una sala del Gemelli usata per i convegni e trasformata in qualche modo in sala cinematografica, visto che quella vera è ancora in costruzione. Non c’è una sola comparsa, tutte le persone che si vedono sono volontari convinti della bellezza dell’idea. Ricordo tuttavia – continua il regista siciliano – che tanti anni fa c’era a Roma un ospedale che aveva un cinema, quello militare del Celio dove sono stato ricoverato per un po’ durante il periodo di leva. In realtà però programmava filmacci, ma comunque ti distraevano e ti tiravano su lo spirito”.

Ma in un ipotetico incarico di direttore artistico di questa sala, che film sceglierebbe?

Di sicuro non programmerei Il diavolo probabilmente di Robert Bresson perché parla di ragazzi che si suicidano e in ospedale non lo farei vedere per quanto straordinario, ma farei vedere spesso A qualcuno piace caldo di Billy Wilder perché è un film che ti diverte sempre, che è fermo nel tempo, la forza comica che aveva nel momento in cui è stato concepito e realizzato è rimasta intatta, come chiusa in una bolla di vetro e ogni volta che lo rivedo a distanza di decenni mi fa lo stesso effetto. Del resto al cinema la risata è terapeutica. Però azzarderei anche E Johnny prese il fucile di Dalton Trumbo, ma devo rivedermi il finale, un film su un pezzo di essere umano che tutti ritengono ormai incapace di comunicare e avere una vita e invece poi si scopre che può fare entrambe le cose, un po’ lo scafandro e la farfalla, la tematica è quella. La vita è meravigliosa lo farei vedere perché ti risolleva sempre, mentre tra i miei film forse sceglierei Nuovo Cinema Paradiso.

“Mentre scrivevo dei nuovi temi per lo spot, mi sono ricordato di una canzone che era Acqua dalla luna, che è un po’ la sintesi del mio lavoro e di quello anche di Tornatore – racconta Claudio Baglioni – l’idea che gli artisti che nella vita fanno della loro espressione una forma d’arte da trasmettere agli altri, ma in fondo potremmo anche non essere così utili e in un ideale esercito non siamo i soldati ma i trombettieri che suonano la carica, perché poi la guerra buona la fanno gli altri cercando di rimediare con la fatica e la volontà ai guasti del mondo, noi siamo un po’ quelli che danno la borraccia, insomma. E questa idea del cinema che diventa sollievo, svago, possibilità di tirarti fuori da quella realtà così difficile – continua il cantautore romano – mi ha fatto ripensare a quella canzone che esorta a cercare di regalare agli altri stupore, meraviglia, incanto, per tirarli fuori da quel momento di vita che non è esattamente il migliore. E mi sono permesso con un pizzico di vanità di dire solo “se crescesse acqua dalla luna”, perché l’acqua dalla luna è un’idea di miracolo, di possibilità della nostra buona volontà di cercare di soccorrere gli altri.

Medicinema_02Il progetto ha già il sostegno di Rai Cinema che contribuisce con anteprime il cui ricavato viene devoluto alla Onlus, con una cena di gala a base di vip prevista per maggio e naturalmente con una serie di film da proiettare nella nuova sala dell’ospedale senza escludere presentazioni alla presenza di registi e attori. Anche la Disney fa la sua parte, iniziata con l’anteprima di Big Hero 6 seguita da una donazione annunciata nei giorni scorsi alla presentazione italiana di Cenerentola di Kenneth Branagh e con lo stesso Big Hero 6 offerto per lo spot quando ancora non era nelle sale:  “abbiamo voluto proprio che fosse questo film e non un altro – spiega Fabiola Bertinotti responsabile della comunicazione Disney – perché il personaggio meraviglioso che sembra l’omino della Michelin e si chiama Baymax è proprio programmato per far star bene la gente”.

La sala sarà costruita tra l’ottavo e il nono piano del Gemelli con due entrate e accessi per disabili nella parte alta e con 120 posti disponili per degenti, familiari e infermieri. Il costo sarà di 300 mila Euro. Dovrebbe essere pronta per la fine dell’estate.

 

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