Il colpo del cane, videointervista a Silvia D’Amico e Daphne Scoccia

di Patrizia Simonetti

Ci sono due ragazze dai nomi un po’ strani, Rana e Marti, che si amano ma non hanno soldi. Un incontro fortuito con una giovane dog sitter ed ecco l’idea: prendersi cura dei cani di ricche signore quando queste devono partire e naturalmente farsi pagare per farlo. Il loro coraggio e la loro intraprendenza, non avendo alcuna esperienza di pelosi, non verranno però premiate. Due infatti gli inconvenienti sul loro cammino: la ricca signora cui offrono la loro assistenza per il suo bulldog francese di nome Ugo è, come dire, di manica stretta e non le pagherà come loro si aspettavano. Il secondo è l’incontro di un tizio stravagante che dice di chiamarsi Dr Mopsi e di essere un veterinaio, sì, proprio così è scritto sul suo biglietto da visita: Marti ci cascherà in pieno e lui si porterà via Ugo… Il colpo del cane è un film divertente con un cast fresco diretto da Fulvio Risuleo che arriva al cinema giovedì 19 settembre: a Edoardo Pesce, presto in TV come Alberto Sordi, qui con un’incredibile quanto bizzarra acconciatura, anzi due, va il ruolo dell’enigmatico e un po’ irascibile Orazio, alias dottor Mopsi, del resto dopo Dogman con i cani ci sta perfettamente a suo agio. Rana e Marti sono invece interpretate da Silvia D’Amico e Daphne Scoccia, mentre il resto del cast è composto da Sabrina Marchetta, Vittorio Viviani, Silvana Bosi, Federico Tocci, Giulia Salvarini e, nel ruolo della ricca e taccagna signora troviamo Anna Bonaiuto.

Il colpo del cane gira tutto per l’appunto attorno al mistero del rapimento canino: Orazio, tranquillizzatevi, non ha alcuna intenzione di far del male a Ugo, che suo malgrado rischi comunque ne corre, ma gli serve per un certo scopo che è poi il motivo per cui era stato chiamato da qualcuno. Ma tutto sarà svelato da un doppio racconto: Il colpo del cane infatti si snoda su una “struttura sbilenca – spiega il regista – con due parti asimmetriche: la prima è un lungo preludio, la seconda una digressione sull’antagonista della prima parte; è un film sui punti di vista e di come la realtà cambi a seconda dell’angolo da cui la guardiamo. Anche il genere non è uno solo: la commedia, il dramma, il mistero e l’azione si incrociano nella stessa storia”. L’antagonista di cui parla è ovviamente Orazio definito “un metallaro romantico insicuro”. A dispetto infatti del suo aspetto un po’ minaccioso, il ragazzone ha un cuore tenero ma non fatelo arrabbiare troppo… Rana e Marti invece formano una giovane coppia omosessuale molto affiatata e ben assortita e a tal proposito “l’omosessualità nel film non è un tema ma un contenuto – spiega ancora Risuleoper me l’unico modo per ‘curare’ dalla discriminazione sessuale è NON fare un film sul fatto che loro siano omosessuali, ma è così e basta, non conta per la trama”. Il messaggio del film? Gli animali per quanto da noi umanizzati, sono animali, ma questa frase non ha certo il senso che purtroppo spesso ascoltiamo a proposito del loro “trattamento”: sono animali e hanno quindi bisogno di libertà e di essere rispettati nella loro storia e nella loro identità, e sebbene siamo felici che vivano nel nostro mondo, non dovremmo scordarci che ne hanno anche uno tutto loro. Tipo: perché umiliare un cane costringendolo a indossare una tutina rosa con tanto di cappuccio per tutto il tempo? Ugo se lo chiede di certo, anche se non se ne accorge nessuno, e il finale del film è un vero e proprio inno alla libertà. Dei cani, per dire. Ne abbiamo parlato, tra un grattino e l’altro, propri con Ugo che abbiamo incontrato alla presentazione de Il colpo del cane e, vi assicuro, ce lo ha confermato in pieno, peccato non averlo registrato… (però ci sono le sue foto!) Ma ne abbiamo parlato anche con le due protagoniste femminili, e loro sì che le abbiamo riprese, ecco dunque la nostra videointervista a Silvia D’Amico e Daphne Scoccia:

Ph Angelo Costanzo