I Primitivi, videointervista a Paola Cortellesi, Salvatore Esposito e Chef Rubio

di Patrizia Simonetti

Dunque è il calcio il gioco più antico del mondo? Può darsi. Ne sarete comunque convinti dopo aver visto I Primitivi, il film d’animazione in stop motion della Aardman diretto da Nick Park, già coregista di Galline in fuga, che lo definisce con ironia a tema come “una produzione mastodontica, un vero mammut”, in sala da lunedì 8 febbraio con Lucky Red. Chicca della versione italiana sono i cosiddetti talent, ovvero i doppiatori doc che stavolta, a differenza di altri film d’animazione, non si cimentano in una o due battute, ma offrono la loro voce ai veri protagonisti del film: Riccardo Scamarcio, Paola Cortellesi, Salvatore Esposito, Greg, Chef Rubio, Corrado Guzzanti e pure il calciatore della Roma Alessandro Florenzi. I Primitivi racconta infatti che i nostri antenati dell’età della pietra già si divertivamo a giocare a pallone con tutte le regole del calcio di oggi. Più o meno. Il tutto documentato da una serie di disegni su pietra. Poi, chissà perché, probabilmente per una serie di sconfitte mai digerite, avevano smesso. Non ne sa nulla però Dag, ragazzotto primitivo e sempliciotto che vive con la sua tribù composta da personaggi buffi e, appunto, decisamente primitivi, tra cui Gordo (Chef Rubio) che si mangia l’impossibile, Grullo (Greg) che è il classico scemo del villaggio, e Barbo (Corrado Guzzanti) capo saggio e prudente, pure troppo, vecchio a soli 32 anni, ma probabilmente nell’età della pietra era così. Il mondo però, si sa, evolve e dopo l’età della pietra arriva quella del bronzo a portare tante innovazioni, belle e e meno belle (si chiama progresso) come porte con tante serrature, padelle e… monete, tante monete da arraffare e accumulare per il cinico Lord Nooth (Salvatore Esposito), governatore del popolo del bronzo che si fa beffe persino della regina, e che non si fa scrupoli a rubare la terra ai Primitivi relegandoli a vivere nelle badlands. Sarà proprio Dag a scoprire che dall’altra parte del muro si gioca a calcio sul serio con tanto di divo fuoriclasse di nome Dribblo (Alessandro Florenzi), e a sfidare coraggiosamente Lord Nooth proponendo una partita tra Primitivi e “Evoluti”, in palio la loro terra e la loro libertà, e in caso di sconfitta la miniera a vita. Solo che loro, i Primitivi, non sanno proprio giocare e l’impegno per quanto generoso di Dag sarebbe nullo se in loro aiuto non arrivasse Ginna (Paola Cortellesi), una ragazza del bronzo con il sogno di giocare a calcio ma ahimè, per quanto evoluta la sua civiltà non permette alle donne di farlo… I Primitivi è un film divertentissimo con tante battute e situazioni che si rifanno alla nostra di era, che a tratti sembrerebbe davvero meno evoluta dell’età della pietra, o forse più o meno allo stesso livello. I messaggi sono chiari e limpidi: se ti impegni riesci in ciò che vuoi, la motivazione te lo permette, il gioco di squadra batte senza alcun dubbio la presuntuosa individualità, le donne hanno gli stessi diritti e capacità degli uomini (anche in campo), nessuno può rubare terra e radici a qualcun altro, non è detto che quelli che consideriamo primitivi lo siano davvero e sarebbe meglio guardarci allo specchio prima di lanciare definizioni, nessun muro dovrebbe separare popoli e civiltà. Vi suonano familiari? E quanti di questi temi ci riportiamo ancora irrisolti dall’età della pietra o del bronzo ai giorni nostri? C’è da riflettere, ma soprattutto c’è da divertirsi a guardare I Primitivi, anche grazie a loro: la nostra videointervista a Paola Cortellesi, Salvatore Esposito e Chef Rubio: