I nostri ieri, cinema e memoria: videoincontro con Peppino Mazzotta, Maria Roveran, Andrea Papini

di Patrizia Simonetti

Luca lavora con la sua videocamera, realizza documentari e ora vuole farne un sulla vita di un gruppo di detenuti per i quali tiene un laboratorio di cinematografia in carcere. Non sulla loro vita di adesso, dietro le sbarre, ma su quell’altra, quella prima dell’arresto, quella che li ha portati a compiere il reato per cui sono finiti dentro. E nella loro versione dei fatti. Si intitolerà I nostri ieri. Proprio come il film di Andrea Papini che racconta tutta la storia, e che arriva al cinema il 9 febbraio.

All’inizio i detenuti sono titubanti, perché mai dovrebbero raccontare i fatti loro alla gente? Poi accettano. E per decidere chi sarà il primo, usano il vecchio escamotage della pagliuzza corta. Vince, si fa per dire, Beppe, magistralmente interpretato da Francesco Di Leva. Beppe, si scoprirà nel corso degli eventi, ha compiuto un delitto atroce, senza neanche un vero perché, perdendo lavoro, moglie (Teresa Saponangelo), libertà.

Per ironia della sorte, Luca, cui dà volto e altro un bravissimo Peppino Mazzotta, incontrerà, senza sapere chi sia, la sorella della vittima di Beppe (Daphne Scoccia) che coinvolgerà nel suo progetto. Il film girato in carcere racconterà per filo e per segno l’accaduto, con l’aiuto di un’attrice interpretata da Maria Roveran (che ha collaborato anche alla sceggiatura del film ‘vero’), e sarà duro, ma al tempo stesso catartico per Beppe, che proverà a capire il suo stesso gesto e a chiedere in qualche modo perdono. Ma anche per Luca che contemporaneamente ritrova sua figlia (Denise Tantucci) che viene a trovarlo prima di un’ennesima partenza.

I nostri ieri è un film decisamente anomalo che parla di riscatto sociale e umano, quello dei detenuti che, lavorando in gruppo, gettano i semi di nuove relazioni sociali per un futuro che verrà fuori da quelle mura, da quegli infiniti canelli e da quelle sbarre. Il loro desiderio di inventarsi un fuori, quello che chiedono a Luca di ricostruire digitalmente oltre le loro finestre sbarrate, è un segno di non isolamento, di ricostruzione della propria vita.

Lo stesso accadrà anche a Luca che ha già portato su un schermo il suo trauma infantile d’abbandono. Tornare indietro nel tempo della nostra vita, fermando i momenti più significativi con le immagini, con il cinema, non può che sostenerci nel gestire il tempo e le nostre emozioni, aiutandoci a guadagnarci un futuro. Nel cast anche Thierry Toscan, Francesco Calogero, Marta Pizzigallo. Ecco come ci hanno parlato dei loro personaggi e del film Peppino Mazzotta, Maria Roveran e il regista Andrea Papini: