Hotel Gagarin e i sogni del cinema, videointerviste al cast e al regista

di Patrizia Simonetti

Ognuno nella vita dovrebbe avere un’occasione. E coglierla. Con coraggio e fiducia nel futuro. Nicola, Valeria, Elio, Sergio e Patrizia in qualche modo lo fanno, nonostante le loro vite sembrano aver ormai preso la piega definitiva, e non è quella che li rende felici. Sono i personaggi di Hotel Gagarin interpretati da Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Luca Argentero, Silvia D’Amico, primo lungometraggio di Simone Spada che comunque non è nuovo del mestiere avendo collaborato come aiuto regista con Claudio Caligari, Edoardo Leo, Ivano De Matteo, lo stesso Claudio Amendola, Gabriele Mainetti e altri, e realizzato documentari e corti pluripremiati, in sala giovedì 24 maggio con Altrestorie. Un film corale e delicato, che omaggia il cinema con il cinema, quello che regala sogni, e che lo prende anche a pretesto per raccontare altre storie. E dove tutto cambia pur restando uguale perché loro non si perdono in un’avventura che avrebbe potuto distruggerli ma ne emergono più forti di prima, più capaci di comprendersi, più lucidi nell’individuare i propri sogni e più altruisti e felici di realizzare quelli degli altri. Ma in fondo non sono sempre stati così?

All’inizio della storia Nicola, professore incompreso, insegna a dei ragazzi che non hanno alcuna voglia di imparare e soprattutto non riescono a cogliere il suo entusiasmo e gli chiedono “pietà”, ma Nicola un sogno ce l’ha ed è il cinema, e infatti ha già scritto una sceneggiatura e quando lo chiamano per iniziare a girare perché ci sono i fondi, per un po’ la sua vita apre davvero la porta alla felicità, del resto è proprio lui a pronunciare ai suoi ragazzi la frase di Tolstoj che è anche il sottotitolo e il senso di Hotel Gagarin: “se vuoi essere felice, comincia”, poteva forse tirarsi indietro? Purtroppo però non è tutto oro quel che luccica e le occasioni non sempre sono vere e autentiche, anche se a farle sembrare tali ci si mette con impegno Valeria, una donna d’affari che pensa solo al denaro e a come guadagnarlo possibilmente senza faticare troppo e se c’è da fregare qualcuno, pazienza. Elio invece fa l’elettricista, non è più giovanissimo e si vede che è e si sente solo, e sembra rassegnato. Sergio sta in guai seri: a lui piace un sacco l’erba, non è un tossico ma ci si rilassa, e deve un bel po’ di soldi a chi gliela fornisce, e non si tratta di persone comprensive. Mentre Patrizia, giovane e bella, fa la prostituta e per lei è diventato così normale che offre prestazioni come gentilezze. Ad unirli tutti è un viaggio in Armenia dove dovrebbe essere girato il film di Nicola nel quale ognuno di loro ha un ruolo ben specifico.

Ad attenderli laggiù c’è Kira, interpretata da Caterina Shulha al settimo mese di gravidanza, una giovane punk incinta chissà di chi, che fuma a tutto spiano, la più imperscrutabile della compagnia alla quale comunque si unirà. Rimasti tutti bloccati nell’Hotel Gagarin, tra neve e nulla, per un barlume di guerra che tuttavia non riescono a vedere, coglieranno la loro occasione, quella vera, cominciando proprio dai sogni degli altri, che solo l’arte e la magia del cinema può realizzare, per finire con conquistare i propri. O almeno ci provano. Nel cast anche Tommaso Ragno, dagli incubi de Il Miracolo ai sogni di Hotel Gagarin, e Philippe Leroy. Ne abbiamo parlato con i protagonisti e il regista, ecco dunque le nostre videointerviste a Claudio Amendola, Silvia d’Amico, Caterina Shulha, Barbora Bobulova, Luca Argentero, Giuseppe Battiston e Simone Spada: