Non sono bastate cinque stagioni a placare la polemica su Gomorra che, nonostante il successo nazionale e internazionale, si prepara al gran finale. Da stasera, venerdì 19 novembre, su Sky e in streaming su NOW, arriva Gomorra 5 a chiudere il racconto del male dal punto di vista del male, quello della camorra e dei suoi boss diventati protagonisti di una storia che è reale più che mai, dei loro imperi, dei loro riti, del potere fascinoso che esercitano sui ragazzi dei quartieri più poveri e abbandonati di Napoli tanto da attirarli a sé come pifferai magici che tanto, senza di loro, non hanno alcun futuro. Protagonisti, non eroi. Gomorra ci ha fatto entrare in un mondo di cui si conoscevano soltanto le conseguenze sul mondo degli altri, quelli onesti, quelli buoni, mostrandoci dall’interno cosa e come produce tutto quell’orrore di sopraffazione e potere oscuro. E dovrebbe essere stata una garanzia sin dall’inizio che l’autore del best seller da cui è tratta la serie nata da una sua stessa idea sia Roberto Saviano – che abbiamo videointervistato in esclusiva – da quindici anni sotto scorta per aver denunciato pubblicamente i boss di Secondigliano e per continuare a rivelare segreti e crimini di camorra, e che oggi racconta tutto ciò che la sua vita è diventata in un libro a fumetti illustrato da Asaf Hanuka e intitolato Sono ancora vivo. Polemiche dunque inutili quelle che parlano di effetto fuorviante della serie TV nei confronti dei giovani, che istigherebbe all’emulazione dei protagonisti. Protagonisti, ripeto, non eroi. Polemiche emerse ancora, sorprendentemente dopo ben quattro stagioni, anche nel corso della presentazione alla stampa di Gomorra 5 tenutasi al Brancaccio di Roma per voce di un collega che ha ripetuto per l’ennesima volta l’ennesima domanda accompagnata dall’ennesima considerazione sull’assenza dello stato nella serie, alla quale hanno reagito con stremata energia gli stessi interpreti dei due protagonisti, Marco D’Amore e Salvatore Esposito, il produttore di Cattleya Riccardo Tozzi e lo stesso Roberto Saviano, come vedete nel video a fine articolo.
Ma veniamo a Gomorra 5. Dieci episodi per un gran finale degno della serie cult, i primi cinque e il nono diretti dallo stesso Marco d’Amore – già regista di due puntate di Gomorra 4 e del film L’immortale, di cui è anche protagonista, che ha fatto da ponte con la stagione finale – mentre il 6, 7, 8 e il 10 vedono alla regia Claudio Cupellini. Il primo è tutto su Genny Savastano (Salvatore Esposito) oramai super ricercato e per questo costretto a vivere in un bunker, lontano da sua moglie Azzurra (Ivana Lotito) e da suo figlio Pietro, che ha dovuto abbandonare. Il suo tentativo di redenzione, fatto proprio per loro, non è dunque valso il sacrificio dell’amico di sempre Ciro (Marco D’Amore) che per permettergli di farlo si era fatto ammazzare proprio da lui, tanto da perdere non aveva più niente. Ora però Genny scopre che Ciro non è morto e la sua vendetta per averlo lasciato solo e nel rimorso sarà implacabile e di una crudeltà inaudita. Ma, non dimentichiamolo: Ciro è l’Immortale….
In Gomorra 5 ritroviamo anche l’ex re di Forcella, Enzo Sangue Blu, anche lui afflitto da non pochi sensi di colpa, cui dà vita Arturo Muselli. E nuovi personaggi come Don Angelo detto ‘O Maestrale, feroce boss di Ponticelli, interpretato da Mimmo Borrelli, e sua moglie Donna Luciana interpretata da Tania Garibba, non meno crudele di lui, ma di certo più scaltra; ‘O Munaciello, uno dei capipiazza di Secondigliano, interpretato da Carmine Paternoster; e il vecchio boss Vincenzo Garignano detto ‘O Galantommo e la sua devota moglie Nunzia, interpretati da Antonio Ferrante e Nunzia Schiano. Alla colonna sonora sempre i Mokadelic. Gomorra dunque chiude i battenti, e lo fa all’apice del successo come una vera star: “meglio morire da vivi” sentenzia il patron di Cattleya. Come dargli torto?
Gomorra 5 ha avuto anche la sua premiere serale, sempre al Teatro Brancaccio, con tanti ospiti che abbiamo incontrato tra un photocall e l’altro. Ecco dunque la nostra videointervista esclusiva a Roberto Saviano; il video della polemica di cui sopra con Marco D’Amore, Salvatore Esposito, Riccardo Tozzi e Roberto Saviano; la videosintesi della conferenza stampa con loro e con Ivana Lotito e Arturo Muselli; le videointerviste alla premiere a Alessandro Borghi, Giuliano Sangiorgi, Cristina Donadio, Edoardo Pesce, Raiz, Victoria Cabello, Beppe Convertini:
Le foto sono di Angelo Costanzo