Era il 1996 quando, stufo del suo lavoro alle Poste, Luigi decise di tentare il colpo grosso e rapinare il furgone portavalori che guidava lui stesso. Sognava di andarsene in Costa Rica e stava quasi per realizzarlo quel sogno andando in pensione a quarant’anni, perché allora si poteva pure fare. E invece a tre mesi dal traguardo, la legge cambiò e lui si vide costretto a rischiare il tutto per tutto, perché altri vent’anni alla Poste erano per lui tali e quali ai vent’anni di galera che rischiava trasformandosi in rapinatore. Gli uomini d’oro del 33enne Vincenzo Alfieri porta sul grande schermo dal 7 novembre una storia vera, fatta di insoddisfazioni e desideri, facendone un film drammatico e noir, dividendo il tutto per i vari punti di vista dei componenti della storia, dei personaggi insomma, un po’ alla Tarantino. Ma soprattutto chiamando a raccolta interpreti non proprio avvezzi al genere: Giampaolo Morelli in primis nella parte di Luigi, napoletano trapiantato a Torino con un lavoro che gli sta stretto, ma proprio stretto, lui che ama le belle donne, la discoteca, il Costa Rica… Ma anche Fabio De Luigi, sorprendente marito e padre di famiglia triste e malato di nome Alvise che sa bene che il suo cuore non reggerà ancora per molto e che quindi se la rischia pure lui assecondando Luigi e divenendone complice, probabilmente per lasciare a sua figlia qualcosa che valga la pena chiamare eredità, anche se sua moglie che è Susy Laude non crede affatto in lui e vive una vita a luci soffuse non certo per romanticismo ma per risparmiare. Poi c’è pure Luciano, alias Giuseppe Ragone, che in pensione ci sta ma non è mica felice… e c’è pure il Lupo, un ex pugile interpretato da Edoardo Leo, tanti muscoli e non troppo cervello, che ha perso la testa per Gina, bella e impossibile come Mariela Garriga… Questa più o meno la banda de Gli uomini d’oro, anche se non si può dimenticare Boutique, ambiguo sarto d’alta moda e molto altro ancora con la faccia e il resto di Gian Marco Tognazzi. Ma non aspettatevi di ridere.
Gli uomini d’oro è un film d’azione intelligente e avvincente, la storia vissuta e rivissuta dal differente punto di vista dei suoi protagonisti offre sempre dettagli e spunti nuovi da scoprire, il finale non è certo da commedia e il cast è eccezionale nella sua veste noir. Il tutto a riprova che gli attori comici o brillanti sanno fare bene anche i seri mentre quelli drammatici è più difficile che riescano a far ridere. E anche che molto spesso la realtà supera la fantasia e a guardarsi intorno ce n’è da realizzare buoni film: “alcune storie ti trovano ed è questo ciò che è successo con Gli uomini d’oro – racconta Vittorio Alfieri – Ho capito che avrei dovuto assolutamente raccontare questa incredibile storia vera quando ho letto l’articolo del giornalista di Repubblica Meo Ponte del 1996 in cui diceva: “Se ne facessero un film comincerebbe come I Soliti Ignoti di Monicelli e finirebbe come Le Iene di Tarantino”. L’articolo parlava di persone comuni, fragili, vittime della loro epoca e dei loro piccoli sogni. Soprattutto, quello che davvero mi ha affascinato, è stato scoprire come questi “chiunque” siano stati in grado di mettere a segno un colpo incredibilmente redditizio, armati solo ed esclusivamente della loro astuzia, scoprendo però un’amara verità: il crimine non è per tutti, anche se tutti possono essere criminali. Ed è da questa tesi che io e i miei co-sceneggiatori siamo partiti quando abbiamo cominciato a pensare al film…” Le nostre videointerviste a Giampaolo Morelli e Matilde Gioli, e la sintesi della conferenza stampa con il regista e il resto del cast: FiveM