“In Italia c’è la tendenza a raccontare la depressione, la paura, l’ansia, la cruenza, il sangue, la malavita, che va tutto bene dal punto di vista del genere cinematografico, io però caratterialmente vado sempre controtendenza e poi ci vorrà qualcuno che racconti anche che esiste un’Italia straordinaria, fatta di persone pazzesche… ecco io faccio quello.” Così Giuseppe Fiorello nel nostro videoincontro che trovate a fine articolo durante il quale gli abbiamo chiesto di anticiparci le novità televisive della sua prossima stagione (qui invece come ne aveva accennato alla presentazione dei Palinsesti Rai), stagione che peraltro lo vedrà anche a teatro, e in ottobre all’Ambra Jovinelli di Roma, ancora in Penso che un sogno così.
“Io sono un arciere – ci risponde Giuseppe Fiorello – tengo la freccia in tiro e solo quando sento di poter prendere il centro scocco quella freccia. In questo momento sto con l’arco tirato… sto puntando a delle storie… due però sono pronte.” E sono proprio come piacciono a lui, dedicate cioè ad altrettanti eroi positivi dei nostri giorni, che presto dovremmo vedere su Rai1, anche se sulla seconda abbiamo qualche dubbio vista l’aria che tira. La prima è ambientata al nord ed è raccontata in un film TV intitolato Il mondo sulle spalle diretto da Nicola Campiotti e scritto dallo stesso Fiorello assieme al regista e a Paolo Logli, Alessandro Pondi e Lucia Zei, ed è quella di un uomo licenziato assieme ad altri 300 colleghi da un’azienda di Saronno di cui, tra mille sacrifici e pensando soprattutto al figlio malato, riesce poi a diventare proprietario. La seconda invece si svolge al sud, in Calabria, si intitola Tutto il mondo è paese, vede la regia di Giulio Manfredonia e parla di Domenico Lucano, sindaco di Riace, e di come abbia accolto i migranti dando loro una seconda possibilità di vita. Ce ne parla lo stesso Giuseppe Fiorello nel nostro videoincontro all’Ambra Jovinelli: