Giovanni Albanese inaugura la sua Mostra ‘Oro’ al Basile Contemporary. Videointervista

di Patrizia Simonetti

Una grande gabbia creata con le chiavi del Carcere di Regina Coeli. Un attaccapanni da guerra, con un casco d’oro e un particolare che lo rivela come appartenente a una soldatessa. Un omaggio al Duplex, quando per telefonare bisognava attendere che la vicina attaccasse. E poi munizioni che diventano opere di luce, dal mezzo cuore al dollaro. Siamo stati ieri sera alla Galleria d’arte Basile Contemporary nel cuore di Roma, a due passi da Piazza Navona, per il vernissage di Oro, la personale di Giovanni Albanese.

Regista e artista barese che vive e lavora nella Capitale, Albanese è noto nel mondo dell’arte contemporanea per aver esposto in importanti musei nazionali ed internazionali, come il MACRO a Roma e il Chelsea Art Museum a New York; e per aver partecipato, nel 2011, alla 54° Biennale di Venezia a Palazzo Bianchi Michiel con la Fondazione Pino Pascali e aver vinto, nel 2008, il Premio Acquisto al Premio Terna 01 per l’Arte Contemporanea. Mentre nel mondo del cinema, dopo aver esordito nel 2003 con A.A.A.Achille, nel 2011 ha vinto il Nastro d’Argento con il film Senza arte né parte nella categoria Miglior attore protagonista per l’interpretazione di Giuseppe Battiston.

La sua personale Oro è accompagnata da un testo di un altro grande artista che è Mimmo Paladino. Visitabile fino al 29 aprile, espone 13 opere , alcune delle quali realizzate appositamente per l’occasione. L’oro, da cui il titolo dell’esposizione, il fil rouge che lega le 13 creazioni di Giovanni Albanese apparentemente così diverse tra loro, un oro che si contrappone alle bombe, alla guerra, ma senza lanciare alcun messaggio esplicito, perché “l’arte è etica e estetica insieme, sennò non è arte – ci dice Giovanni Albanese nella nostra videointervista realizzata nel corso del vernissage – basta che non lancino più le bombe“. Ma il messaggio c’è e arriva forte e chiaro.

Anche la luce fa da comune denominatore dell’esposizione perché, come sottolinea Mimmo Paladino nel testo di accompagnamento: “le lucine tremolanti di Giovanni, vere ‘Lux mistiche’, hanno la magia delle lucine dei santi nelle chiese e lo stupore dei bambini per le grandi macchine di luce delle feste dei paesi del Sud. Nelle opere di Albanese niente è rassicurante, ecco l’equilibrista che ‘gioca’ con il grande Dollaro d’oro, il vitello sacro del nostro tempo, così come le sue gabbie abbaglianti sono inaccessibili, non si entra e non si esce. Le chiavi si fanno gabbia”.  La nostra videointervista a Giovanni Albanese:




Le foto sono di Angelo Costanzo