Napoletana, un marito e due figlie, donna di cultura con laurea in lettere, giornalista, ex direttore di Cosmopolitan, ex collaboratrice de Il Tempo e L’Espresso, già autrice nel 1988 di Telefono Giallo, dal 1994 Franca Leosini scrive e conduce in TV un programma che realizza di carcere in carcere e che definire storico è davvero un eufemismo: Storie Maledette appassiona infatti il pubblico di Rai 3 da oltre vent’anni e, confermatissimo, si prepara a tornare dal prossimo gennaio sulla stessa rete con nuovi racconti e protagonisti, ma ad intervistarli, o meglio, a parlare con loro, sarà sempre lei: a Franca Leosini infatti la parola intervista non piace, ci rivela nella nostra videointervista. A lei piace capire, provare ad entrare nella testa di persone “normali” che per qualche motivo o serie di circostanze si ritrovano dall’altra parte della barricata, e non senza scatenare, a volte, qualche polemica come avvenuto a conclusione della scorsa edizione di Storie Maledette con l’incontro con Luca Varani, l’uomo condannato a vent’anni di carcere per aver incaricato qualcuno, nel 2013, di deturpare il viso della sua ex fidanzata Lucia Annibali con l’acido. Storie Maledette, appunto, crude e a volte difficili da credere e comprendere “sulle quali si discute e si deve anche discutere” ci dice Franca Leosini, e che la toccano spesso più di quanto dia poi a vedere, tanto che “in ogni storia che percorro lascio un brandello di anima” ci rivela, nonostante siano “tematiche che fanno parte della società, ma che sono talmente forti da dare le impronte alle relative storie”. Storie che sceglie personalmente, e non solo perché interesseranno in modo particolare il pubblico a livello di ascolti, e che studia in modo approfondito per realizzare quello che definisce “un prodotto senza bollicine”. Ma Franca Leosini non è solo un’icona degli appassionati di gialli e crimini reali, ma anche della comunità gay, riconoscimento di cui si dice “fiera ed orgogliosa”. Ecco dunque la nostra videointervista a Franca Leosini:
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