Ero in guerra e non lo sapevo: videointervista a Francesco Montanari e Fabio Resinaro

di Patrizia Simonetti

Un lungo monologo di oltre quattro minuti, ben sostenuto da Francesco Montanari, fa da prologo a Ero in guerra ma non lo sapevo, il nuovo film di Fabio Resinaro che racconta gli ultimi 25 giorni di vita di Pierluigi Torregiani, noto gioielliere milanese ucciso il 16 febbraio 1979 dai Pac, i Proletari Armati per il Comunismo, gruppo terroristico capeggiato da quel Cesare Battisti arrestato in Bolivia e consegnato alle autorità italiane dopo oltre trent’anni di latitanza il 12 gennaio 2019, che, in nome di una più equa distribuzione della ricchezza, si dichiarava solidale con ladri e rapinatori in quanto non facevano che riappropriarsi di beni che sarebbero dovuti spettare loro di diritto. E sempre in nome di questa ideologia, in quegli anni definiti di piombo, si erano assunti il ruolo di giustizieri di giustizieri, uccidendo quindi coloro che reagivano a rapine e furti con l’uso delle armi, per lo più imprenditori e ricchi commercianti.

Così quando Pierluigi Torregiani tirò fuori dalla tasca la sua pistola, pur senza sparare, nel corso di una rapina in un ristorante dove stava mangiando con sua figli e alcuni amici, firmò la sua condanna a morte. L’agguato che lo uccise costò molto anche al figlio Alberto che, colpito da un proiettile vagante, vive da quel giorno su una sedia a rotelle. Il film è ispirato proprio al suo libro omonimo scritto con Stefano Rabozzi (A.CAR Edizioni).

Ero in guerra ma non lo sapevo racconta quindi un fatto realmente accaduto, seppur filtrato dalla visione personale del regista e dall’arte del cinema. Il monologo di cui sopra ci presenta subito un uomo pronto a sfidare la vita e pure la morte, sicuro di sé mentre davanti al funzionario di banca chiamato a decidere se concedergli un prestito o meno, incarna il ruolo metaforico di un abile orologiaio capace di dominare il tempo e aggiustarne i meccanismi, sempre e in ogni situazione. Metafora eloquente per farci inquadrare colui che seguiremo nel corso di tutto il film, bravissimo nel suo lavoro, un po’ meno in famiglia, deciso a non sottomettersi a ricatti e minacce né ad accettare scorte, mettendo a rischio non solo la propria vita ma anche quella dei suoi figli, testardo, arrogante, supponente. Eppure nel giusto.

Libertà in cambio di sicurezza. L’associazione con la situazione attuale viene spontanea, ma certo si tratta di cosa molto diversa.  Una libertà che forse mancava un po’ a Elena, la moglie di Torregiani, ben interpretata da Laura Chiatti, forte, indubbiamente, forse più del marito, ma comunque schiacciata tra il tradizionale ruolo di moglie e madre e quel vento di rinnovamento e emancipazione femminile che soffiava in quegli stessi anni e di cui sentiva di condividere principi e idee.

Ero in guerra ma non lo sapevo è un film che animerà discussioni accese sulla legittima difesa, ad esempio, che spesso ancora oggi dilaga nella giustizia fai da te, sul senso della politica, sul ruolo della stampa, che oggi come allora basta un titolo ad appiccicare etichette che resteranno attaccate per tutta la vita. Prodotto da Luca Barbareschi, Ero in guerra ma non lo sapevo esce al cinema come evento speciale da lunedì 25 a mercoledì 27 gennaio. Nel cast anche Juju Di Domenico e Alessandro Di Tocco nei ruoli dei figli di Torregiani, Gianluca Gobbi, Pier Giorgio Bellocchio, Stefano Fregni.

Ecco la nostra videointervista a Francesco Montanari e Fabio Resinaro, e le dichiarazioni di Laura Chiatti, Luca Barbareschi e Albero Torregiani in conferenza stampa: